"Accade che un treno fa ritardo. Tanto ritardo da creare un blocco sulla linea. Accade che un orario è troppo rigido. Se Fs non riesce a far rispettare la regola per cui i treni devono viaggiare in orario, quella può saltare; invece, se una certa fermata non è prevista, la regola è rigida e il treno non si può fermare per alcun motivo. Accade che i pendolari forzano la mano e fanno fermare il treno dove non dovrebbe: pochissimi minuti in più per la fermata extra e molti disagi in meno per un centinaio di utenti", Così, in una nota, Alessandro Capitani, segretario della Cgil di Roma e del Lazio.
"Quel che è successo ieri sulla linea Roma-Napoli è una piccola vittoria di pendolari e cittadini che si autorganizzano, anche a rischio di subire una denuncia, e una sconfitta per le istituzioni e per le società che gestiscono un servizio pubblico. Le politiche dei tagli, negli anni, hanno spinto i gestori dei servizi pubblici e le istituzioni a cercare scorciatoie per aggirare le regole e così hanno applicato le 'famose' rotture di carico, cioè hanno diviso in due una linea e hanno costretto i passeggeri a inutili e a volte pericolosi trasbordi da un treno all’altro, al solo scopo di annullare i ritardi. Oppure hanno integrato i ritardi negli orari e in certi casi un’ora di percorrenza di dieci anni fa oggi è aumentata di quasi un terzo sulla medesima linea", continua il sindacalista.
"Ma se si tratta di fermare un treno dove non è previsto per compensare ritardi, di certo non causati dai pendolari, l’elasticità scompare.Tutto questo è inaccettabile! La Regione Lazio e l'azienda devono risolvere i problemi e garantire il servizio, non il contrario. Devono mettere in campo subito degli investimenti: le opere di piccola o media entità e di facile cantierizzazione possono risolvere molti problemi, insieme all’acquisto di nuovo materiale rotabile e all’assunzione di personale. La Regione deve rivedere, in accordo con le parti sociali e i pendolari, il contratto di servizio con Fs per renderlo più aderente alle necessità dei pendolari e dei lavoratori del settore, e nel contempo deve convocare al più presto un tavolo di confronto", conclude l'esponente Cgil.