“Se vuole essere veramente una città dell'accoglienza dei migranti, Palermo metta un freno al lavoro nero. Sono tanti quelli che ormai hanno un contratto, ma la maggior parte paga da sé i contributi. Faccio un appello alle famiglie: tantissime donne, soprattutto badanti, e uomini, vengono al nostro sportello nella sede della Cgil e ci raccontano di avere un contratto di lavoro, ma i soldi per i contributi li devono versare tutti loro, sottraendoli allo stipendio. Altrimenti, niente contratto”. A dichiararlo, è Bijou Nzirirane, responsabile dell'ufficio migranti della Cgil di Palermo, in vista della giornata internazionale 'No al razzismo', che si celebra domani alle ore 9,30 palazzo delle Aquile, promossa dal centro Pio La Torre, cui hanno aderito varie associazioni, tra le quali la Cgil Palermo.
“Il lavoro nero distrugge le persone, perché toglie i diritti, tra i quali la possibilità di avere il permesso di soggiorno. Pur di avere la certezza del permesso di soggiorno, molti sono costretti a pagare di tasca propria i contributi. Non è giusto. In questo modo, Palermo non è una città schierata veramente per l'integrazione. E a poco servono le Carte dei migranti, se non si contrastano alla radice questi fenomeni, che dal nostro osservatorio registriamo come molto diffusi. Tutti i cittadini stranieri devono avere uguali diritti ed essere guardati allo stesso modo – aggiunge Bijou Nzirirane – Se dobbiamo parlare di razzismo, non si può non evidenziare come ancora oggi si fa la divisione tra gli immigrati poveri scappati dai loro Paesi per la fame e la miseria e i rifugiati politici. I primi vengono respinti. I secondi sono considerati cittadini di serie A”.