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“Un elemento di discontinuità rispetto al recente passato, perché ha il merito di riportare al centro del dibattito i temi dell'Europa sociale, come da tempo richiesto dall'insieme del movimento sindacale europeo”. È quanto si legge in una nota della segreteria nazionale della Cgil e dell'Area politiche europee e internazionali in merito alla pubblicazione da parte della Commissione Ue del Pilastro europeo dei diritti sociali.
La Cgil, insieme alle organizzazioni riunite nella Confederazione europea dei sindacati, "ha partecipato attivamente, dall'avvio del processo, alla consultazione, alle audizioni delle parti sociali con un approccio propositivo e costruttivo. Esprimiamo un apprezzamento per il lungo e corretto processo di consultazione, che ha valorizzato il ruolo delle parti sociali”.
“Nonostante alcuni elementi positivi come gli avanzamenti significativi sui congedi parentali e il riconoscimento dell'importanza del metodo del dialogo sociale, non possiamo però non rilevare - aggiunge la Cgil nella nota - come il Pilastro è lontano dalle aspettative suscitate dalle ambiziose premesse e dagli impegni dichiarati dalla Commissione europea e dal presidente Jean Claude Juncker. Dopo quasi un decennio di politiche neoliberiste, ispirate alla fallimentare teoria dell'austerità, di tagli indiscriminati alla spesa pubblica, ai servizi e ai diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, sarebbe stato importante - sottolinea - marcare un cambio di passo più radicale".
Secondo il sindacato "in ogni caso è merito del movimento sindacale europeo se alcuni elementi positivi sono contenuti nel Pilastro, sconfessando così le posizioni di retroguardia delle rappresentanze imprenditoriali europee”. La Cgil continuerà a seguire da vicino il processo che porterà alla stesura definitiva della raccomandazione che sarà sottoposta al voto del Consiglio europeo e "si batterà affinché gli elementi particolarmente negativi, come quelli sulla flessibilità del lavoro, vengano rimossi dal testo nello spirito della campagna che stiamo portando avanti nel nostro paese con la Carta dei diritti universali del lavoro”.