PHOTO
“Abbiamo pensato che per facilitare le resistenze e le paure che abbiamo di fronte alla trasformazione in atto, fosse utile ricorrere a una metafora. Perciò, abbiamo adottato l’arte figurativa contemporanea: per apprezzarla, dobbiamo cambiare il nostro punto di vista”. Così Ermanno Porro, responsabile formazione Cgil Lombardia, a proposito del nuovo corso formativo di due giorni sul tema del cambiamento, riservato a quindici dirigenti sindacali apicali dell’organizzazione regionale.
“Il corso si è articolato in cinque fasi. La prima è stata una rassegna espositiva, dove si è permesso ai partecipanti di vivere un’esperienza diretta su cos’è l’arte contemporanea, con esposizioni raccolte in immagini come viatico per attivare una reazione nei corsisti. L’abbiamo chiamata fase di apertura, cui ha fatto una seconda tappa, caratterizzata dal confronto con i pregiudizi impliciti che abbiamo di fronte a un’opera d’arte contemporanea. La terza fase l’abbiamo denominata di accoglienza e interpretazione dell’arte contemporanea per creare nuove mappe cognitive. La quarta e quinta tappa sono quelle che ci hanno permesso di passare all’azione, con la richiesta a tutti i partecipanti di creare loro stessi un’opera d’arte. Vi è stato un grande entusiasmo da parte loro, in quanto il corso ha facilitato l’attivazione di risorse e poi perché i presenti hanno visto il risvolto pratico dell’operazione e si sono cimentati nella progettazione di piani di lavoro”, continua il sindacalista.
Secondo Marco Di Girolamo, segretario organizzativo Cgil Lombardia, “le abitudini hanno prevalso sul cambiamento. E sono venuti fuori stimoli assai interessanti. C’è stata molta sorpresa nei dirigenti al corso, perché il formatore ha costretto i partecipanti, con una serie di modalità, ad essere più espliciti. È stato fatto un percorso per esplicitare il reale pensiero, rimuovendo alcuni luoghi comuni. Il refrain è stato: recitare meno e dire nelle sedi deputate ciò che passa davvero nella testa. In tal modo, l’approccio ai problemi è venuto ascoltando di più il prossimo, in questo caso le esperienze dei non addetti ai lavori: coloro che frequentano le nostre sedi hanno dato buone intuizioni e tutti noi stiamo cercando di prendere spunto da tali suggerimenti”.
“Ho partecipato al corso e ho prodotto un’opera d’arte, o meglio una modalità di lavoro. In realtà, ho fatto una rielaborazione di un’opera esistente, Love - il celebre dito medio di Maurizio Cattelan -, esposta sotto la Borsa di Milano. E ho provato a metterla davanti alla casa della Carità di Milano. Non ho agito da solo, ma avevo un compagno di esecuzione dell’opera. La mia è stata un’esigenza di cambiamento, ed è stato quasi naturale per me aderire a un corso sul cambiamento, passando per l’arte contemporanea. Un po’ perché nel settore bancario andremo incontro a una vera e propria rivoluzione nei prossimi anni. Dovremo cambiare tutto per forza e con molta rapidità: i nostri vecchi schemi non funzionano più e dobbiamo esercitare un nuovo ruolo come sindacato”, rileva Gabriele Poeta Paccati, segretario Fisac Milano.
“Il corso è stato un grande laboratorio che ha sprigionato una forte energia creativa. Ciò sta a significare che dobbiamo cambiare anche noi, modificando assetti e istituti della contrattazione, per renderli idonei a funzionare in un nuovo contesto. Ad esempio, il fondo occupazione e il fondo esuberi sono due strumenti nuovi che ci serviranno nei processi di ristrutturazione di molti istituti di credito. A tale proposito, ho già chiesto un workshop specifico per la mia categoria”, prosegue il dirigente sindacale.
“Ho trovato il corso formativo interessante per due ragioni: abbiamo reso più flessibile il nostro modo di ragionare e, nel contempo, l’abbiamo messo in pratica, ideando progetti durante la seconda giornata, dove abbiamo coinvolto tre rappresentanti di categoria per provare a ripetere le esperienze del laboratorio del cambiamento, riuscendo a ottenere strategie e progetti che, stando da soli, si fa fatica a immaginare. Lavorare in gruppo è più creativo. Per farcela e uscire vincenti, noi oggi abbiamo bisogno di andare al di là dei nostri limiti”, sostiene Giacomo Licata, segretario Camera del lavoro Como.
“Ripeteremo questa esperienza formativa il 6 aprile, con un seminario dedicato e poi proseguiremo con tutto il gruppo dei dirigenti lombardi, sia delle Camere del lavoro territoriali che delle categorie”, aggiunge Porro.
“In tale contesto, l’unico filo conduttore è il cambiamento e lo spiazzamento: la formazione è più interessante quando ti mette in difficoltà e ti obbliga a ragionare sui tuoi limiti. La nostra organizzazione è cambiata tanto e, contemporaneamente ancora troppo poco in questi ultimi due anni, ovvero da quando abbiamo avviato il nuovo piano nazionale formativo. Noi dobbiamo riuscire a trasformare la rabbia e il malessere per non farli diventare rassegnazione, ma forieri di una trasformazione effettiva del sindacato”, conclude Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale.