Nei primi dieci mesi del 2016, le aziende marchigiane hanno assunto 114.000 persone, cioè il 6,5% in meno rispetto allo stesso periodo del 2015. La maggior parte dei neoassunti ha un contratto a termine (77,1%), il 16,8% è stato assunto con un contratto a tempo indeterminato, e solo il 6,2% come apprendista. I nuovi contratti a tempo indeterminato attivati da gennaio ad ottobre sono 19.079; nello stesso periodo dell'anno scorso, erano 32.200. È il quadro che emerge dallo studio Ires Marche sui dati Inps.
Le trasformazioni di contratti di apprendistato in contratti a tempo indeterminato sono state 2.597, con un calo del 5,4% rispetto al 2015. Le trasformazioni dei tempi determinati in contratti stabili ammontano a 6.744, e cioè il 40% in meno rispetto ai primi nove mesi del 2015. Le cessazioni di lavoro sono state oltre 100.000, con la creazione di un saldo positivo 'assunzioni - cessazioni' pari a 13.000 posti di lavoro in più, determinato da un aumento notevole del lavoro precario. Infatti, il saldo tra assunzioni e cessazioni per i contratti a tempo indeterminato continua ad essere negativo (-10.040). Nei primi dieci mesi del 2016 cresce, rispetto allo stesso periodo del 2015, il numero di voucher venduti (+26%); rispetto al valore del 2014, i voucher venduti da gennaio ad agosto nel 2016 sono aumentati del 104%.
Confrontando i valori medi osservati per il Centro Italia e per il Paese nella sua totalità, la situazione delle Marche è peculiare che le assunzioni a tempo indeterminato si riducono ovunque ma, nella regione, la contrazione è più marcata che per la media italiana (-40,1% contro -32%). Le assunzioni a tempo indeterminato costituiscono una percentuale più bassa delle assunzioni total,i rispetto all’incidenza rilevata nel Centro Italia e in totale nel Paese (16,7% contro 22,4% e 24%). Le assunzioni a tempo determinato sono il 77,1% del totale contro il 72,8% del Centro Italia e il 71,6% come media nazionale.
"I dati confermano la crescita del lavoro precario e dei voucher in particolare – dichiara Giuseppe Santarelli, segretario regionale Cgil Marche –; sul fronte dell’occupazione, dunque, si registra un peggioramento progressivo della situazione delle Marche. È chiaro che il Jobs act non funziona e che occorre avviare quanto prima l’iter parlamentare sulla proposta di legge di iniziativa popolare della Cgil per la Carta dei diritti universali . I referendum abrogativi su appalti, licenziamenti e voucher, sui quali la confederazione ha raccolto oltre 3 milioni di firme, diventano oggi necessari per rilanciare la difesa del lavoro e dei diritti, specie dei più giovani".