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Il 10 aprile scorso si è concluso il primo percorso formativo sulla previdenza nelle Marche, dove è stato raccolto l’invito rivolto a tutte le strutture di Cgil, Inca e Spi nazionale, con la lettera del 20 dicembre 2017, con l’obiettivo di “fornire puntuali risposte sui temi previdenziali, coinvolgendo l’insieme del gruppo dirigente, in particolare chi, ogni giorno, ha un rapporto più diretto con i lavoratori e i pensionati” e l’ambizione di consegnare una cassetta degli attrezzi di natura previdenziale, per gestire meglio la propria attività sindacale.
Nelle Marche sono state organizzate due sessioni formative interprovinciali, con la partecipazione di tutte le strutture Cgil della regione: da una parte le Camere del lavoro di Ancona e Pesaro Urbino, dall’altra quelle di Macerata, Fermo e Ascoli. Ogni sessione comprendeva sei moduli formativi, che si sono svolti in quattro giornate, per complessive 32 ore di corso. Durante le prime due, sono stati sviluppati i sistemi previdenziali, le posizioni assicurative e l’accesso alle pensioni. Nella terza e quarta giornata: la previdenza complementare, la tutela delle lavoratici madri e dei lavoratori padri, la situazione politica e il confronto con il governo.
"Il primo percorso formativo – rileva Patrizio Francesconi, responsabile formazione Cgil Marche –, di natura sperimentale, era stato discusso e condiviso dall’ufficio formazione regionale, con la partecipazione delle Cdl territoriali e delle categorie regionali, favorendo la presenza successiva alle quattro giornate (40 presenze, di cui 10 dello Spi e 30 delle altre categorie). Dal questionario finale di autovalutazione del corso, è emerso un giudizio ottimo sull’iniziativa, che ha suscitato molto interesse e alta partecipazione alla discussione (fase interattiva con il docente): partendo dallo stato dell’arte delle rispettive conoscenze e competenze, ritenute dai più scarse o sufficienti, l’approdo finale le ha viste decisamente migliorate. Perciò, siamo particolarmente soddisfatti di come si è svolto il corso e dei risultati che ha prodotto”.
“Fra gli argomenti trattati, quelli che hanno trovato più interesse, anche per la loro spendibilità sui posti di lavoro, sono stati l’accesso alla pensione, la previdenza complementare e i congedi parentali. Forte e sentita la partecipazione alla discussione finale sulla parte politica e sul confronto con il governo con Ezio Cigna, responsabile previdenza pubblica Cgil nazionale. Abbiamo poi dato vita a riflessioni sindacali sulle pensioni, a dimostrazione di quanto sia sentito il tema tra i lavoratori”. Fra le osservazioni emerse, certamente la più significativa è stata quella di dare continuità a questo tipo di formazione con richiami periodici. Ottimo il giudizio sui docenti, i direttori dell’Inca, Silvia Cascioli di Pesaro e Matteo Cavalletti di Macerata", aggiunge il dirigente sindacale.
“Abbiamo iniziato il percorso, rispondendo alle diverse domande dei lavoratori in tema di previdenza, su come si ottiene il finanziamento del sistema, in che modo nasce il rapporto assicurativo, come avviene il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo, fino ad arrivare alle nuove modalità di accesso alla pensione, dall’Ape volontaria all’apertura ai precoci. Le problematiche previdenziali sono sempre molto sentite da lavoratori e pensionati. Oltretutto, un gran numero di lavoratori ha una posizione assicurativa ‘frastagliata’, divisa in vari fondi, intervallata da lunghi periodi di disoccupazione e cassa integrazione. Il sistema pensionistico è sempre più articolato ed eterogeneo, avendo a che fare con svariati settori e tipologie di lavoro, e come patronato ci troviamo a dare risposte sempre più complesse”, spiega Cavalletti.
“Nei cantieri delle grandi opere, ricevo tutti i giorni domande sulle pensioni, soprattutto sulla situazione contributiva dei lavoratori. Nel territorio di Ancona abbiamo avuto grandi commesse pubbliche con una moltitudine di lavoratori edili, tutti a contratto determinato - i cosiddetti contratti a cantiere -, che cessano con la fine dei lavori, intervallati tra un contratto e l’altro, a periodi di disoccupazione e cig. Le richieste più significative riguardano le pensioni e le condizioni per poterle raggiungere. Su questo, diamo risposte ai lavoratori, e comunque nei cantieri facciamo capire ai lavoratori che fanno lavori usuranti - quelli che lavorano in galleria - che non hanno le stesse condizioni di chi lavora in miniera. Abbiamo chiesto al governo l’allargamento dell’attività usurante ad alcune realtà lavorative. Il corso formativo è stato importante anche per ritrovare un rapporto con i lavoratori nei cantieri, facendo capire loro l’importanza del sindacato”, precisa Daria Raffaeli, segretaria Fillea Ancona.
Anche per Barbara Lucchi, segretaria Filcams Pesaro Urbino, il corso è stato molto utile. “Mi è servito molto, perché rappresenta la formazione della mia personale cassetta degli attrezzi, in quanto il mondo previdenziale è fondamentale e in continua evoluzione. Dobbiamo colmare il debito culturale che abbiamo nei confronti delle nuove generazioni, che non solo hanno carriere diverse, ma anche discontinue, con tanti periodi vuoti, inconciliabili con il raggiungimento ipotetico di una futura pensione accettabile: abbiamo il dovere di prepararli, fornendo loro tutti gli strumenti utili per costruire un percorso che possa essere raggiunto anche da loro. Uno per tutti, l’esempio di una lavoratrice del pulimento con retribuzioni bassissime, che avrà grandi difficoltà a ottenere una pensione accettabile. Inoltre, ci battiamo per la creazione di ammortizzatori sociali adeguati, estesi anche ai lavoratori stagionali del turismo”.
“Il secondo percorso formativo, che verosimilmente si terrà entro fine anno, coinvolgerà chi non è stato coinvolto dal primo corso. Altri moduli formativi riguarderanno, ad esempio, cosa succede negli altri paesi Ue a proposito di pensioni. Le persone avanti con gli anni, che hanno una situazione contributiva altalenante, devono conoscere anche gli strumenti previsti che favoriscono in qualche modo il loro ingresso nel sistema previdenziale, dall’Ape sociale all’Ape volontaria, eccetera. Vogliamo mettere tutti i lavoratori nelle migliori condizioni di comprendere il sistema pensionistico”, aggiunge Francesconi.
“È importante che in tutte le regioni si affronti un percorso formativo previdenziale. C’è una fortissima domanda dei lavoratori sulle pensioni e ciò conferma l’attenzione della Cgil su tale materia. Per come abbiamo progettato il corso, c’era l’esigenza di fare una campagna di formazione diffusa, perché sono talmente cambiate le regole del sistema pensionistico in tutto il mondo del lavoro che spesso non riusciamo a fornire risposte credibili, e quindi c’è bisogno di un aggiornamento continuo. Ma noi organizziamo corsi formativi sulle pensioni anche per contribuire alla ricostruzione di un sistema meno iniquo di quello attuale e più giusto per tutti”, conclude Pelucchi.