Tre cerchi concentrici, a simboleggiare una formazione su più livelli distinti, ma nel contempo intrecciati fra loro. Il primo cerchio riguarda la formazione del gruppo dirigente, il secondo è destinato all’educazione formativa dei quadri, su cui la confederazione ha deciso d’investire, mentre il terzo rappresenta la formazione dei nuovi funzionari, coloro che ogni anno entrano in pianta stabile nelle strutture sindacali. È il logo del progetto dedicato alla formazione della Cgil Emilia Romagna, che si chiama ‘Voglia di conoscenza’, le cui finalità sono l’investimento sui giovani e la costruzione di gruppi dirigenti del futuro, obiettivi peraltro ripresi dall’ultima Conferenza nazionale di organizzazione Cgil.

 

Per la Cgil regionale, fare formazione non è una novità, perché da sempre se ne fa tanta: nel 2016 circa 3.000 presenze hanno partecipato ai vari corsi organizzati dal sindacato, mentre un migliaio ha preso parte agli stage nazionali. “Molte strutture – afferma Danilo Barbi, responsabile formazione Cgil Emilia Romagna –, dalla Camera del lavoro di Bologna a quella di Modena, categorie come Fp, Fiom, Filt, Spi, sono assai adatte a una formazione residenziale e investono tanto nella formazione, favorite dall’ottino rapporto esistente fra il sindacato e il mondo culturale circostante, in particolare con molte università di riferimento sul territorio. Una formazione perseguita negli ultimi tempi, che è orientata alla base dell’organizzazione”.  

“Delegati Rsu e Rsa, attivisti Spi, delegati sui luoghi di lavoro, compagni che prestano attività nel regime delle tutele. Un’attività composita e certificata da anni, ma dove mancava una proposta, un’offerta strutturata di formazione da parte di tutti coloro che lavorano a tempo pieno nella Cgil, così come non c’era un coordinamento fra le varie attività. Perciò, mi hanno chiesto di occuparmene, con l’ambizione di creare una vera e propria scuola di formazione strutturata, un’offerta formativa per funzionari Cgil a tempo pieno. L’obiettivo è cercare di fare rete fra tutte le attività svolte”, continua il dirigente sindacale.

“L’idea da cui parte la confederazione emiliano-romagnola – spiega Giancarlo Pelucchi, responsabile formazione Cgil nazionale – è che siccome si trasforma il lavoro a una velocità impressionante hanno intuito che serve una modalità nuova d’intervento e s’interrogano se gli strumenti adottati siano ancora utilizzabili, oppure bisogna cambiare tutto, ricominciare a studiare e dare mezzi alle persone con incarichi importanti per dotarli di competenze e della voglia di cogliere i cambiamenti”.   

“Gli attuali dirigenti devono studiare e lo devono fare in modo strutturato e collettivo. In un mondo in continua evoluzione, c’è bisogno di approfondire. Ciò permette di dare un segnale a tutta l’organizzazione del valore della formazione sindacale. Il fine del primo cerchio è la valorizzazione di quadri e dirigenti. Abbiamo predisposto seminari di approfondimento ‘ad hoc’, a cura sia della Cgil confederale che delle categorie, su temi discussi, con relatori amici della Cgil. Ci vuole una lunga programmazione - con diversi mesi d’anticipo -, per renderlo fruibile. A tale scopo, stiamo attivando un seminario per il 18, 19 e 20 luglio”, aggiunge Barbi.

“Il secondo cerchio interessa i giovani funzionari, selezionati per un massimo di 25 persone. Sono tra i più giovani e i più promettenti. Obiettivo, accelerare la loro crescita professionale. Il terzo cerchio organizza corsi per coloro che diventano funzionari per la prima volta. Finora non c’era alcuna forma che ti desse gli strumenti per capire l’organizzazione. Costruire tale consapevolezza è ancora più importante che in passato. Qui abbiamo messo a punto un corso seminariale di cinque giorni, che vuole essere un corso accelerato della Cgil a grandi linee”, prosegue il sindacalista.  

“I corsi della Cgil regionale, cui noi abbiamo dato da subito il nostro sostegno, affrontano i temi più svariati ed escono un po’ dai confini territoriali. Certamente è un modello interessante. In altre parti d’Italia vi sono progetti, ma non c’è un’idea così strutturata, come in questo caso. Barbi ha costruito una sorta di tempio, che vuole essere una vera e propria scuola di formazione. L’ambizione di questo programma è molto interessante e non escludiamo collaborazioni e lavori fatti con loro e con altre regioni”, precisa Pelucchi.

“I corsi sono residenziali, dove i partecipanti vivono in simbiosi tra di loro. Così si può fare una formazione strutturata e ad alto livello. Questa è la vera formazione, così come sono utili i seminari di approfondimento della durata di un giorno. 2.300 funzionari a tempo pieno e tutta l’organizzazione sa che è in atto un processo formativo che riguarda tutti. Ma c’è bisogno di residenzialità”, sottolinea Barbi.

“L’idea della residenzialità sollecita molto il progetto formativo nazionale. L’obiettivo di fare corsi per giovani dirigenti, quadri e funzionari è ricorrente nella Cgil ed è un elemento di valore. Dà un’idea di sistematicità e universalità molto potente. È evidente che progetti del genere si apprezzano sui tempi medio-lunghi. Vi partecipano tutti, ma tenerli costanti nel tempo, questa è la vera scommessa”, conclude Pelucchi.