"La vendita di Lazio Ambiente, decisa dalla Giunta regionale, è un'operazione che, in assenza di un progetto complessivo sullo smaltimento dei rifiuti e di un mercato definito, rischia di ricadere sulle spalle dei lavoratori, creando le condizioni per il loro licenziamento, non appena le clausole sociali verranno meno". Così, in una nota, il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Michele Azzola, il segretario generale della Cisl del Lazio, Andrera Cuccello, e il segretario generale della UIl di Roma e del Lazio, Alberto Civica.
"Prima di procedere alla dismissione della società – aggiungono i tre dirigenti sindacali –, sarebbe auspicabile che la Regione e tutti i comuni capoluoghi di provincia del Lazio si accordassero per avviare un ciclo di rifiuti basato sulla raccolta differenziata, il riciclo e il riutilizzo. La vendita, al netto di un progetto complessivo, rischia di diventare un affare solamente per la proprietà dei due termovalorizzatori".
"La risoluzione della questione rifiuti – dicono ancora i sindacalisti – rappresenta una priorità per i cittadini. Domani, in occasione dell'incontro in Regione con l'assessore Buschini, esprimeremo queste nostre preoccupazioni, chiedendo la convocazione di un tavolo interistituzionale sul tema. La vera tutela occupazionale passa attraverso un progetto, capace di garantire un lavoro di prospettiva. Inoltre, auspichiamo che questa discussione possa essere il trampolino di lancio per chiudere il ciclo dei rifiuti all'interno della regione Lazio, per impedire alle organizzazioni criminali d'infiltrarsi e contemporaneamente per lanciare un messaggio di legalità e trasparenza".