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“Il vertice di questo pomeriggio al ministero dello Sviluppo economico è servito a rimettere il treno sui binari, in una trattativa che sembrava volgere al peggio. Ora ci aspettiamo dal gruppo Caltagirone un impegno serio e responsabile per i lavoratori Cementir e Sacci, a partire dalla presentazione di un piano industriale concreto e realmente in grado di rilanciare l’azienda”. Lo hanno dichiarato le segreterie nazionali di Feneal, Filca e Fillea, al termine dell’incontro al Mise.
Incontro accompagnato, fuori dal ministero, dal presidio di circa 350 operai, arrivati dai vari stabilimenti italiani, alcuni partiti nella notte con i pullman. Dovevano essere di più, ma dalle zone colpite dal terremoto hanno dovuto rinunciare per problemi di viabilità. Un tavolo, quello odierno, che è arrivato dopo la rottura delle trattative il 18 ottobre scorso all'Unindustria di Roma, quando il gruppo Caltagirone ha confermato i licenziamenti e non ha accettato la richiesta dei sindacati di aprire confronti differenziati per le due società. A quella fumata nera seguì lo sciopero del 21 ottobre, anche quello con adesioni altissime.
"A partire dall’annuncio dei 260 esuberi - scrivono ancora Fillea, Filca e Feneal - l’azienda ha latitato; ora è davvero arrivato il momento di un confronto responsabile sul futuro di questi lavoratori, per i quali, come ha assicurato anche il viceministro Teresa Bellanova, si valuteranno tutte le possibilità offerte dagli ammortizzatori sociali. Gli incontri già fissati con l’azienda il 2 e il 7 novembre prossimo, e il nuovo vertice al Mise in programma il 14, saranno le occasioni per dare risposte certe ai lavoratori e per porre le basi per il rilancio del gruppo, in tutti i siti produttivi”.