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Oggi (giovedì 18 ottobre) è un giorno importante per il futuro del Casinò di Campione d'Italia. È fissato al Viminale l'incontro tra le organizzazioni sindacali e il casinò: si spera in un passo avanti nella complessa situazione di crisi. L'obiettivo è evitare il tracollo della storica comunità campionese, in provincia di Como, enclave italiana in territorio svizzero la cui sopravvivenza è basata sul casinò: struttura che tra dipendenti diretti e in appalto garantisce occupazione a circa 600 lavoratori. A fine luglio è arrivato il fallimento.
Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil in estate hanno denunciato la situazione, scrivendo una lettera al ministro dell'Interno, Matteo Salvini. Le sigle hanno chiesto un “intervento urgente” a difesa non solo dei lavoratori, ma dei “duemila abitanti dell'unica enclave italiana che ha già dovuto rinunciare ai servizi minimi precedentemente garantiti ai cittadini”.
Negli ultimi giorni qualcosa si è mosso. I primi segnali da Roma sono arrivati a inizio settimana, quando si è tenuto nella capitale un tavolo interministeriale tra Interno, Sviluppo economico e ministero dell’Economia. I sindacati hanno espresso una moderata soddisfazione perché, a loro avviso, si è manifestata una prima apertura da parte dell'esecutivo. “Stiamo lavorando per garantire la sopravvivenza della casa da gioco”, hanno fatto sapere fonti dalla capitale.
Oggi i sindacati verranno informati sull’esito dell’incontro interministeriale e inizieranno a discutere sulle prospettive per l'occupazione, tenendo in considerazione la difficoltà dei lavoratori e delle loro famiglie. I dipendenti del Comune hanno proclamato uno sciopero per il 25 ottobre. Per loro le lettere di esubero partiranno il 10 novembre.
Il Tribunale di Como: fallimento per insolvenza
La crisi, spiegano i sindacati nella missiva, è stata “aggravata dalla decisione della Banca centrale svizzera di eliminare il limite al tasso di cambio euro-franco svizzero nel 2015, facendo perdere in un solo giorno circa 20 milioni di franchi dal bilancio del Casinò”. In questo modo si è determinata “l'impossibilità della prima azienda campionese ad onorare la convenzione con il Comune di Campione d'Italia, costringendo il Tribunale di Como a dichiararne il fallimento per insolvenza”.
“Tanti e vani sono stati i tentativi di evitare tale tracollo – sottolineano Fisascat Cisl, Slc Cgil e Uilcom –, a partire dal taglio di orario e salariale dei dipendenti della casa da gioco, che rinunciano a un'importante quota di stipendio fin dal 2012, sacrificio confermato il 15 maggio 2018 attraverso referendum, fino alla revisione al ribasso di tutti i servizi in appalto”.