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Il Casinò di Campione ha avviato la procedura di licenziamento di 156 dei 492 dipendenti a tempo pieno in servizio. "Alla luce del fermo rifiuto di congelamento della procedura di mobilità, per il continuo e incredibile ritardo nella consegna di dati utili alla discussione e infine per le mancate risposte in ordine ai tempi di pagamento della tredicesima mensilità, le organizzazioni sindacali proclamano lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori del Casinò e annunciano la messa in campo di tutte le azioni sindacali possibili, nessuna esclusa", così in una nota Confsal-Libersind, Slc Cgil e Uilcom-Uil che hanno convocato un'assemblea generale del personale per venerdì 18 febbraio 2018 dalle ore 14.30 alle 16.30.
"Abbiamo proposto al dottor Salmoiraghi, in qualità di Socio Unico - spiegano i sindacati - di sottoscrivere un avviso comune che, superando la procedura di mobilità, permetta di ragionare certamente della fase di emergenza, ma che si ponga l'ambizione di tracciare un percorso di rilancio, ovviamente in un confronto tra tutte le organizzazioni sindacali". L'avviso comune, secondo i sindacati, deve "chiamare a coerenza le Istituzioni a tutti i livelli, ognuno per le competenze date, anche in ordine ad ipotesi di ammortizzatori sociali dedicati e specifici per le case da gioco, attraverso la destinazione di quote degli introiti dello Stato per la creazione di un sistema di Bilateralità positiva e che possa rispondere alle fasi di difficoltà del Settore. Necessario il supporto bancario, unico soggetto non presente al tavolo ma attore fondamentale per ogni operazione ordinaria e straordinaria finalizzata alla continuità aziendale".
Inoltre, insistono Slc, Uilcom e Confsal, insieme alla Rsu, "deve sollecitare la politica ad attivare ogni soluzione per la tenuta del sistema Campione e per la tutela della Casa da Gioco, tutto ciò attraverso la definizione di una cornice che garantisca che l'attività del gioco d'azzardo, tradizionale e non, sia sviluppata in strutture dedicate quali le Case da Gioco e non in esercizi commerciali meno tutelanti per i lavoratori e per il consumatore. Infine - concludono i sindacati - è necessario ragionare da subito di attivazione dell'art 4 della legge Fornero, di revisione degli appalti, di contenimento dei costi della struttura tesi a raggiungere l’equilibrio di bilancio".