"Dai recenti fatti di San Basilio e del Trullo, dove è stato negato a due famiglie immigrate l'accesso all'alloggio di edilizia popolare loro assegnata, alla nuova manifestazione di sabato scorso: il dibattito cittadino continua a riaccendersi sul tema della casa, mostrando come sia stretta la connessione con il sistema del welfare romano, il razzismo, il disagio sociale delle periferie, l'aumento della disoccupazione, in un contesto politico di maggioranza e opposizione inconcludente". Così, in una nota, Roberto Giordano, segretario della Cgil di Roma e Lazio.
"Non apparteniamo alla squadra dei detrattori a prescindere - continua il dirigente sindacale –. Anzi, crediamo che la politica debba essere sempre protagonista, ma siamo preoccupati per il sempre più evidente sfilacciamento dei rapporti sociali. Discutere di casa significa discutere del destino della città, dei quartieri e dei suoi abitanti. Chi ha manifestato sabato, abita da più di dieci anni nei Caat, con un patrimonio che tra Ater e Comune di Roma ammonta a circa 73.000 appartamenti e che totalizza il 47% del mercato degli affitti della capitale".
"Nel patrimonio pubblico – precisa il sindacalista – vi sono molte rendite di posizione che non possono più essere tollerate e che vanno affrontate in maniera sistemica. Se si applicasse il Dgr 18 della Regione Lazio sull'emergenza abitativa e il nuovo piano sociale di Roma, in fase di avvio, analizzando le criticità esistenti, si potrebbe davvero affrontare l’emergenza abitativa. Una maggiore mobilità del patrimonio Erp, la riforma degli enti gestori, la costituzione di un osservatorio e di un’agenzia per la casa, la rimodulazione degli alloggi: tutto ciò consentirebbe di evitare un nuovo consumo di suolo e ulteriori speculazioni. Naturalmente, per fare questo, ci vuole una regia politica, una politica appunto che torni a essere protagonista".