Si svolge martedì 22 marzo a Stezzano (Bergamo) lo sciopero di tre ore dei 22 dipendenti di Capgemini che operano in appalto come operatori informatici alla Schneider Electric. Alla fine di marzo il loro appalto andrà in scadenza e poco si sa delle loro prospettive occupazionali. I lavoratori hanno incrociato le braccia anche lunedì 14 marzo e giovedì 17. “La direzione aziendale di Capgemini, società multinazionale fondata a Grenoble e attiva nei settori della consulenza aziendale, dell'outsourcing e della fornitura di servizi professionali, non sembra per nulla disponibile a garantire l’occupazione e una continuità di reddito ai dipendenti attualmente impegnati nell’appalto Schneider, perduto a favore di Fujitsu e Ibm” spiega Fabio Mangiafico (Fiom Cgil Bergamo).
“Nei molti incontri che si sono svolti a partire da dicembre – continua l’esponente sindacale – abbiamo proposto un piano di ricollocazione basato sull'utilizzo del contratto di solidarietà per 12 mesi, prorogabili a 24, durante i quali i dipendenti avrebbero dovuto essere ricollocati o presso i nuovi conduttori dell'appalto (Fujitsu), presso altre sedi della stessa Capgemini o presso terzi”. Eppure, fino a oggi, “la società si limita a ipotizzare l'utilizzo di un ammortizzatore sociale per soli sei mesi a partire dalla scadenza dell'appalto, per poi procedere al licenziamento”. Conclude Mangiafico: “Com’è possibile che un’azienda con oltre 3 mila dipendenti in Italia consideri ingestibile il costo di un contratto di solidarietà per 22 persone? E soprattutto, come può sostenere di non riuscire a ricollocare questi lavoratori all'interno delle proprie strutture?”.