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"Siamo ancora in un quadro di incertezza, abbiamo chiesto di esplicitare le risorse" da destinare al capitolo pensioni "ma non ci sono state dette. Non siamo quindi in grado di valutare la dimensioni degli interventi". Questo il commento a caldo del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al termine del tavolo sulle pensioni che si è svolto giovedì 7 settembre al ministero del Lavoro. Critica la Cgil anche sul blocco della crescita dell'età pensionabile legata all'aspettativa di vita: "Per noi - ha ribadito il segretario generale - è dirimente per valutare tutto il lavoro ai tavoli con il governo".
Il sindacato ha ribadito la richiesta di ammorbidire i due scalini che a breve alzeranno ancora l'età della pensione: quello che nel 2018 porterà l'asticella per le donne del settore privato a 66 anni e sette mesi, stessa soglia già prevista adesso per gli uomini, e quello che dovrebbe portare per tutti, donne e uomini, l'età a 67 anni a partire dal 2019 come effetto del l'adeguamento alla speranza di vita. Su questo fronte però le risposte del governo non sono arrivate.
"Abbiamo detto - ha sottolineato la sindacalista - anche negli incontri precedenti che per noi questo è un punto fondamentale, anche in coerenza con le cose che con il governo abbiamo scritto l'anno scorso, perché nella fase due era previsto di discutere come intervenire. Quindi è chiaro che quello è il tema che più interessa i lavoratori e le lavoratrici su cui stanno aspettando una risposta".
Nel corso dell'incontro, Poletti ha proposto, per le donne con figli, l'ipotesi di abbassare fino al massimo di due anni i requisiti contributivi per l'Ape sociale, in modo da far crescere del 40 per cento le domande, ancora molto al di sotto (un terzo) di quelle presentate dagli uomini. Anche in questo caso scettica la Cgil. Per Camusso ciò "non significa occuparsi di lavoro di cura, servono norme a carattere universale".
Il governo, secondo quanto detto dal ministro Poletti, avrebbe confermato l'impegno a tornare al sistema della rivalutazione degli assegni pensionistici precedente al blocco dell'indicizzazione. Entrerebbe in vigore dal 2019. Una commissione che vedrà coinvolti il ministero, i sindacati e gli istituti come l'Istat dovrà elaborare un'analisi condivisa per verificare la composizione del paniere. Governo e sindacati dovrebbero incontrarsi di nuovo il 13 settembre.
Il segretario generale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil, Ivan Pedretti ha espresso il suo giudizio sull’incontro di ieri con il governo utilizzando il suo profilo Facebook. “Sulla rivalutazione abbiamo acquisito l'impegno a definire un nuovo meccanismo, migliore di quello attualmente in vigore e quindi in grado di sostenere di più il potere d'acquisto. Abbiamo poi convenuto di istituire due Commissioni, una sulla separazione tra assistenza e previdenza e l'altra su un nuovo paniere per calcolare i consumi dei pensionati per valutare eventuali interventi. Sul lavoro di cura e sulla pensione di garanzia per i giovani porteremo al tavolo una nostra proposta perché quella che ci è stata presentata era parziale e secondo noi non sufficiente. Sull'aspettativa di vita invece il governo continua a prendere tempo rimandando ogni discussione. Penso che in mancanza di risposte ci dovremo preparare alla mobilitazione”.