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"Continuiamo a essere un paese che non ha una legge quadro sulle emergenze, è un esempio di collettivo malgoverno. L'altra ragione dell'emergenza è la mancanza di fondi per le amministrazioni locali: non esistono più le strutture amministrative né le competenze, una situazione determinata da anni di politica di centralizzazione". A dirlo è il segretario generale della Cgil Susanna Camusso presentando il Progetto di sviluppo economico e sociale per il Centro Italia colpito dal sisma.
"In Italia – ha spiegato la dirigente sindacale – bisogna prevedere una seria progettazione. Siamo preoccupati perché l'assenza di risoluzione dei problemi si può trasformare in nuovi movimenti anti-Stato che rischiano di portare all'abbandono delle zone colpite". Uno dei punti sollevati è "la necessità di avere un rapporto con la popolazione locale per dare alle persone una vita dignitosa. Dov'è finita Casa Italia? Il governo ha annunciato per le infrastrutture 47 miliardi in tre anni, un livello che non ci porta alla situazione pre-crisi".
Servono poi interventi mirati per istruzione, sanità e assistenza. "Bisogna insomma ricostruire una comunità e per farlo – conclude il segretario della Cgil – dobbiamo immaginare come sarà quella comunità. Nelle zone colpite c'è una grande percentuale di agricoltura divisa in piccole e piccolissime aziende, senza un intervento serio è difficile pensare che rinascano. Bisogna ricostruire il territorio e allo stesso tempo immaginare quale produzione potrà dare una risposta per il futuro, così da evitare anche il rischio spopolamento. In poche parole, occorre 'permettere la vita' in quelle zone, Se gestita correttamente, la ricostruzione può anche essere un'opportunità" (edn)