«Riconoscere, nei fatti, l’apprezzamento espresso per le risposte assicurate dalle Camere di commercio sul piano dei servizi, a partire da quelli erogati su delega della Regione, adottando gli atti necessari a realizzare un marcato e coordinato potenziamento delle medesime attività e incrementando i trasferimenti di risorse dirette alla realizzazione di azioni a favore dei territori. Tutto questo, anche per assicurare un maggiore sostegno alle imprese». È quanto chiedono Fp Cgil, Cisl Fp e Fpl Uil del Friuli Venezia Giulia, in un documento consegnato oggi ai presidenti della terza e quarta commissione del Consiglio regionale, in occasione dell’audizione convocata per fare il punto sul decreto attuativo emanato dal governo il 25 agosto scorso, relativo alla riforma del sistema camerale, e al suo impatto sui servizi e sui lavoratori delle Cciaa e delle rispettive aziende speciali.
Pur riscontrando nel decreto «tracce di maggior fiducia nel futuro delle Camere di commercio», alla luce del previsto reintegro di alcune funzioni (in materia di alternanza scuola-lavoro, turismo, possibile mantenimento delle funzioni di mediazione), i sindacati guardano con preoccupazione alle zone d’ombra del provvedimento, a partire da quelle relative alle tutele occupazionali del personale camerale e delle aziende. «Preoccupazioni – scrivono i confederali – che si associano alla perdurante incertezza sulle caratteristiche del nuovo assetto organizzativo nella nostra regione».
Ricordando che sul tema è già stata indetta una mobilitazione nazionale per il 29 settembre, le categorie pubbliche di Cgil, Cisl e Uil sottolineano come «il mantenimento e il potenziamento di numerosi importanti servizi per le imprese, i consumatori e i cittadini, nonché l'offerta di nuovi servizi, passano attraverso un rafforzamento delle sinergie tra gli enti camerali e le Regioni». Da qui l’appello, ribadito stamane, a dimostrare «nei fatti» l’apprezzamento della Regione per il ruolo svolto dalle Camere di Commercio.
Un’altra richiesta, più specifica, riguarda la mobilità del personale. Le tre sigle, infatti, invitano la Regione ad assumere i provvedimenti necessari ad assimilare le eventuali istanze di mobilità esterna volontaria, provenienti dal personale camerale alla mobilità compartimentale, nell’ambito del comparto unico regionale, per non precludere a questi lavoratori la possibilità di una diversa ricollocazione nel territorio regionale. Analoghi percorsi di eventuale ricollocazione vengono sollecitati anche a favore del personale delle aziende speciali.