Il 3 agosto, dalle 15.30 alle 17.30, rappresentanze dei dipendenti delle Camere di commercio della Toscana si sono ritrovati davanti alla sede della Prefettura di Firenze per manifestare contro il Dl enti locali e il decreto attuativo di riordino del sistema camerale.
"Che fine farà il sistema camerale? È bene ricordare che la galassia delle Camere di commercio, che si è creata nel tempo per volere degli imprenditori, non è mai stata a carico del bilancio dello Stato. Anzi, ha contribuito in modo sostanziale, a rimpinguare le casse dell’erario. Le imprese, oltre a dover subire una pressione fiscale diretta, oramai a detta di tutti 'asfissiante', contribuiscono anche attraverso una forma d'imposizione indiretta, in quanto la Camera di commercio di riferimento provvede al pagamento d'imposte all’erario", affermano i sindacati della Funzione pubblica di Siena.
"Il Presidente del Consiglio attuale, appena insediato, nel 2014 pensò bene di annunciare l’abolizione delle Camere di commercio. Perché? Intendeva sostituirle con speciali agenzie per gestire tutti i rapporti burocratici fra strutture pubbliche e imprese.Sorge immediatamente spontanea una domanda: le speciali agenzie offriranno servizi gratuiti o a pagamento? Nel frattempo, a seguito dei vari interventi normativi, si sono persi diversi posti di lavoro, riconducibili all’indotto che ruota intorno al sistema camerale", proseguono le sigle dei sindacati del pubblico impiego.
"Non è comprensibile come il governo, ponendosi come principi di base la salvaguardia dei livelli occupazionali e di non gravare con nuovi oneri il bilancio dello Stato, produca riforme di questo genere. Per gli addetti ai lavori sono solo manovre per continuare l’opera di 'saccheggiamento' della cosa pubblica, che ormai da anni, in Italia, avviene sistematicamente. Il patrimonio delle Camere di commercio che fine farà? Il palazzaccio di piazza Matteotti a Siena, costruito con i sacrifici degli imprenditori locali, sarà oggetto di speculazioni? Ai posteri l’ardua sentenza", aggiunge il sindacato.
"È interessante anche l’insistenza di Renzi nel colpire la pubblica amministrazione, dove fanno tanta audience i 'furbetti del cartellino', e non si tiene mai conto di quanti vi lavorano con serietà e dedizione. Nel frattempo, si dedica con attenzione alla Rai (società concessionaria in esclusiva del servizio pubblico radiotelevisivo), consentendo l’erogazione di super stipendi ai dirigenti e rimpinguando le casse con la nuova metodologia di riscossione del canone. Chissà se i dipendenti camerali si ricorderanno della loro 'riforma' voluta dal governo durante l’espressione del voto sulla riforma costituzionale?" concludono Fp Cgil, Cisl Fp Uil Fpl e Rsu Cciaa senesi.