“Oggi, 28 novembre, lo stabilimento Bosch di Bari si è completamente fermato, con un’adesione allo sciopero unitario al 100% e con un presidio partecipato in modo straordinario con la solidarietà dei lavoratori della zona industriale. In contemporanea, a Roma, si è tenuto il tavolo al ministero dello Sviluppo economico sulla crisi dello stabilimento Bosch di Bari, con la partecipazione della Regione Puglia". Lo dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive e Vito Piazza, segreteria Fiom Bari.
"L’azienda ha presentato le azioni di sviluppo e di riconversione dello stabilimento, che attualmente conta 1.805 dipendenti e 267 milioni di fatturato. Per affrontare la crisi del settore automotive e del diesel e per salvaguardare l’occupazione dello stabilimento di Bari sono state individuate con le organizzazioni sindacali, in questi anni, le azioni di difesa con gli ammortizzatori sociali straordinari e la solidarietà fra altri stabilimenti italiani. Tutte le azioni, ha confermato l’azienda, messe in atto per la riconversione produttiva ad oggi, non riusciranno a saturare gli attuali livelli occupazionali", proseguono i due esponenti Fiom.
"I lavoratori dello stabilimento hanno pagato già un prezzo alto e il rischio al 2022 è di un disastroso andamento industriale e occupazionale visto il crollo dell’automotive al meno 9% di produzione, a cui si aggiunge la discesa del diesel. Abbiamo sollecitato un tavolo strategico per l’occupazione dei lavoratori di Bari e il governo ha chiesto al gruppo di avere un confronto con il management europeo. La Regione Puglia si è impegnata a garantire interventi per la formazione", continuano i due dirigenti sindacali.
"È necessario che si chiariscano le reali prospettive produttive e occupazionali e gli investimenti adeguati per affrontare una rivoluzione del settore, attraverso la transizione industriale verso produzioni ecologiche. Gli strumenti messi in campo finora non bastano, chiediamo al governo d'individuare strumenti straordinari, con investimenti per la transizione del settore per la salvaguardia dell’occupazione. Lo sciopero di oggi è una svolta, di cui tutti devono assumersi la responsabilità a partire da Bosch”, concludono i due sindacalisti.