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L'Inca, insieme alla Cgil, "continua a vincere la sua battaglia legale contro il mancato riconoscimento del bonus bebè ai titolari di un permesso unico di lavoro. Con l'ordinanza del 2 marzo, il tribunale di Bergamo ha condannato la reiterata condotta discriminatoria dell'Inps che, malgrado il consolidarsi della giurisprudenza favorevole, ha negato a una coppia di assistiti del patronato l'assegno di natalità, a causa della mancanza del permesso per lungo soggiornanti".
"Allo stesso tempo, il tribunale ha ordinato all'Istituto di 'dare adeguata pubblicità alla corretta individuazione dei soggetti legittimati alla richiesta della prestazione in oggetto, mediante la pubblicazione di una nota informativa sulla home page del sito internet'. Inoltre, nell'ordinanza si legge che l'Inps deve riformulare la modulistica on line, così da consentire anche ai titolari del semplice permesso l'accesso alla prestazione. Infine, il tribunale ribadisce l'ammissibilità della presentazione delle domande per Pec, poiché il modello online predisposto dall'Inps non prevede l'inserimento del permesso di soggiorno unico lavoro", continua il patronato Cgil.
“La pronuncia del tribunale di Bergamo – sottolinea con soddisfazione l’Inca – è in linea con quella del tribunale di Milano relativamente al premio alla nascita. Auspichiamo che come si è adeguato alla pronuncia del tribunale di Milano, estendendo il premio alla nascita anche alle titolari dei permessi di soggiorno unico di lavoro, l’Inps recepisca rapidamente le disposizioni del tribunale di Bergamo, per quanto riguarda il bonus bebè”.