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Venerdì 17 novembre le lavoratrici e i lavoratori della Città Metropolitana di Bologna hanno approvato con solo due voti contrari e un astenuto, l’ipotesi di accordo sul Contratto Decentrato Integrativo Aziendale che nei giorni scorsi era stato siglato tra Amministrazione, Rsu, Fp Cgil e Cisl Fp che così diventa effettivo. "E’ un Contratto Decentrato importante - scrive in una nota la Fp Cgil bolognese - che, pur nell’imminenza di un nuovo Contratto Nazionale delle Funzioni locali (comparto del quale la Città Metropolitana fa parte), abbiamo fortemente voluto".
"E’ il primo Contratto Decentrato che, ridefinendo e sistematizzando le regole di utilizzo del salario accessorio, supera definitivamente l’atto unilaterale adottato nel 2013 dall’allora Provincia - prosegue la Fp - e che, seppur ancora in presenza di vincoli e limitazioni sulle risorse, si pone l’obiettivo di riavviare le politiche del personale in una prospettiva di mandato applicando, già a partire da dicembre 2017, l’istituto delle progressioni economiche orizzontali fino ad ora bloccato per effetto del Decreto Legge 78 del 2010".
"Ma è anche il primo Contratto Decentrato della Città Metropolitana e come tale tiene conto del ruolo e delle potenzialità che caratterizzano il nuovo ente - si legge ancora nella nota della Fp Cgil - con particolare riferimento alle possibili convenzioni con gli altri enti pubblici dell’area metropolitana".
"Dopo aver riconquistato la possibilità di confrontarsi sull’organizzazione, dopo aver lavorato per rifinanziare l’istituto della Produttività (quest’anno le quote saranno lievemente incrementate rispetto all’anno scorso) - commenta Marco Pasquini, della Fp Cgil di Bologna - con la firma di questo Contratto Decentrato abbiamo mantenuto altri due importanti impegni che ci eravamo presi con le lavoratrici e i lavoratori dell’ente, Progressioni Economiche Orizzontali e Contratto Decentrato. Pur consapevoli dei numerosi problemi che persistono, molti dei quali determinati da una legislazione nazionale ancora depressiva, dalla mancanza (speriamo per poco) di un contratto nazionale nuovo a seguito del quale riaprire subito la contrattazione decentrata, oggi possiamo dirci soddisfatti del risultati ottenuti per le lavoratrici e lavoratori di questo ente", conclude Pasquini.