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È in corso a Termini Imerese il corteo de sindacati che oggi attraversa la cittadina a 35 chilometri da Palermo per chiedere al governo la riapertura di un tavolo al Mise con Fca e la conferma degli ammortizzatori sociali per i dipendenti della Blutec.
Nonostante il tempo incerto, in centinaia sono in marcia. Tra gli slogan scanditi c'è “lotta dura contro la chiusura”, e “Musumeci dove sei?”, facendo riferimento al mancato intervento del presidente della Regione, oltre che al ministro del Lavoro Di Maio. L'obiettivo è, in effetti, mantenere alta l'attenzione sulla vertenza dopo che lo stabilimento è stato sequestrato nei giorni scorsi insieme agli altri della stessa società, i cui vertici sono stati arrestati per malversazione ai danni dello Stato. Un primo risultato della manifestazione, però, è stato già ottenuto. La Fiom nazionale, tramite il suo account Twitter, ha fatto sapere che il Mise ha convocato per il 9 aprile un incontro.
A preoccupare i lavoratori, un migliaio tra 700 ex Fiat più altri 300 dell'indotto, è il futuro tra un piano industriale mai decollato e lo scandalo che ha travolto i vertici dell'azienda. Il corteo, con concentramento alle poste di Termini bassa, dopo aver attraversato il centro, con le saracinesche dei negozi abbassate in segno di solidarietà, si fermerà in piazza Duomo.
Molti lavoratori indossano felpe blu con il logo della Lancia Ypsilon, ma ci sono anche studenti, ex operai in pensione, semplici cittadini, e ancora delegazioni da tutta la Sicilia di Fim, Fiom e Uilm, Cgil Cisl e Uil provinciali e regionali. Nutrita anche la rappresentanza dei sindaci del territorio, tra cui quello di Termini Imerese, il vicesindaco di Cefalù e il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
“La convocazione per il 9 aprile al Mise deve servire a dire qual è il futuro per lo stabilimento e per i lavoratori. C’è un commissario che non può essere un commissario liquidatore, vogliamo sapere qual è il piano industriale con cui andare avanti, altrimenti è a rischio anche la cassa integrazione”: lo dice Francesca Re David, segretaria generale nazionale della Fiom Cgil oggi a Termini Imerese per il corteo dei lavoratori Blutec e dell’indotto. Le fa eco Roberto Mastrosimone, segretario della Fiom Sicilia. “Deve essere – dice – un tavolo di svolta per i mille lavoratori interessati, i 700 ex Fiat e i 300 dell’indotto”. Re David aggiunge: “Il punto è ricominciare a produrre, finora abbiamo avuto montagne di piani, ma nessun prodotto. Ci vuole quindi un soggetto industriale e al riguardo Fiat si deve assumere le sue responsabilità, come anche il governo nazionale deve fare la sua parte”. La segretaria Fiom aggiunge che “occorre investire per arrestare il processo di deindustrializzazione in atto in Sicilia e i soldi devono servire non per le speculazioni finanziare, ma esclusivamente per il rilancio industriale, come chiede questa piazza che dopo ben sette anni vede ancora insieme i lavoratori ex Fiat e dell’indotto”.
“Termini Imerese ancora una volta si è stretta intorno ai lavoratori dell’ex Fiat e dell'indotto. Una manifestazione di migliaia di persone, con sindaci, studenti, lavoratori di altri comparti, delegazioni da tutta la Sicilia insieme perché Termini Imerese è il simbolo di una Sicilia che non si rassegna. Qui oggi si è manifestato per il lavoro, per l’innovazione contro le speculazioni finanziarie e l’illegalità. Un primo risultato della manifestazione di oggi è arrivato da Roma: il Mise ha convocato per il 9 aprile il tavolo sulla vertenza Blutec”. Lo dichiara in una nota Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil e responsabile automotive. “Sono otto anni che le lavoratrici e i lavoratori chiedono certezze sul loro futuro occupazionale – continua –, di fronte a piani industriali che non si sono mai concretizzati. E nonostante la Fiom ai tavoli ministeriali abbia sollevato il problema della mancata realizzazione del piano industriale e del contratto di sviluppo. La vertenza coinvolge complessivamente 1.000 lavoratori, di cui 700 ex Fiat più altri 300 dell'indotto, ma considerando il resto degli stabilimenti la vertenza si allarga a tutta Italia e a circa 2.000 lavoratori dal Piemonte all’Abruzzo, fino alla Basilicata”.
La convocazione del tavolo generale del governo, per De Palma, “è un atto importante in cui avremo la possibilità di un confronto con il commissario e Invitalia oltre alle istituzioni.
La “vertenza Termini Imerese” è riaperta: bisogna dare continuità ai progetti in essere, ma oggi occorre cercare nuovi soggetti industriali per far ripartire la produzione. È necessario che le commesse a partire dai Doblò elettrici siano confermate”. Fca ha una responsabilità oggettiva a cui il ministero dello Sviluppo economico aveva già richiamato la proprietà – conclude –. Gli arresti e i comportamenti della proprietà dimostrano che le istituzioni di questo Paese devono sostenere i lavoratori difendendo investimenti e innovazione, garantendo la legalità al riparo dalle speculazioni”.
(aggiornato alle 14.53)