“Assistiamo a tagli di 400 euro al mese in busta paga: i lavoratori di Sab sono arrabbiati, l’autunno dei trasporti sarà conflittuale, l’azienda deve esserne consapevole”: così lo scorso giugno i sindacati avevano avvertito del rischio di una grande mobilitazione nella provincia di Bergamo. Ora che l’autunno si avvicina (e visto che la difficile situazione vissuta dai dipendenti non è cambiata) arriva un pesante sciopero dei bus, di 24 ore, in una giornata particolare, quella del 12 settembre, primo giorno di scuola (fasce protette, in cui il servizio è garantito: dalle 6 alle 8.30 del mattino e dalle 12.30 alle 16.00).
“All’origine del forte malumore tra i lavoratori di Sab c’è la cancellazione dei contratti aziendali imposta a tutte le aziende del Gruppo Arriva (di cui Sab fa parte) e in vigore a Bergamo dal 1° aprile”, spiegano Marco Sala di Filt-Cgil, Antonio Scaini di Fit-Cisl, Giacomo Ricciardi di Uiltrasporti e Marco Peroli di Faisa-Cisal provinciali. “Una trattativa, partita a dicembre per contenere gli effetti della cancellazione, è durata alcuni mesi ed è stata interrotta il 26 maggio. Eravamo giunti a un’ipotesi di accordo, ma l'irrigidimento dell'azienda su tematiche vitali per i lavoratori ha rimesso tutto in discussione. Così abbiamo deciso di non firmare, di interrompere il confronto. La fase che Sab sta vivendo è delicatissima: non c’è solo l’azzeramento dei contratti aziendali, c’è anche la necessità di gestire il passaggio dal Contratto nazionale di riferimento Asstra a quello Anav, meno vantaggioso per i lavoratori, oltre alla fusione con Sal, che porta in Sab 85 dipendenti in più (che, comunque, continueranno a lavorare a Lecco)”.