Sono oltre 28 mila i lavoratori dipendenti in 6.500 imprese artigiane della provincia di Bergamo in attesa dei rinnovi della parte economica dei diversi Contratti collettivi regionali di lavoro, scaduti fra il 2014 e il 2015. “Le associazioni artigiane lombarde si rifiutano di avviare la trattativa richiesta dai sindacati di categoria: è particolarmente grave che le controparti, delegittimando l’impianto contrattuale previsto su due livelli, abbiano di fatto saltato una vigenza contrattuale, quella del triennio 2015-2018”, ha commentato oggi Angelo Chiari che per la Cgil di Bergamo segue il settore dei lavoratori dipendenti artigiani. “In tanti attendono un rinnovo contrattuale che manca da troppo tempo nei diversi settori dell’artigianato lombardo, da quello metalmeccanico che nella nostra provincia occupa oltre 17mila persone in 3.630 aziende, a quello tessile e dell’abbigliamento che interessa circa 2.750 persone in 464 imprese. Attendono il rinnovo, ciascuno del proprio Contratto regionale, anche i 2.000 lavoratori del settore del legno e dell’arredamento (524 imprese), i 2.000 dipendenti dei quasi mille fra negozi e centri di acconciatura ed estetica, i circa 1.150 artigiani alimentaristi (in 312 imprese)e le oltre 1.180 persone che lavorano in imprese artigiane chimiche, della gomma-plastica (176). Per rivendicare l’avvio delle trattative, insieme a Cisl e Uil, la Cgil ha organizzato due presidi uno, in provincia di Brescia e l’altro in provincia di Varese. Da Bergamo partirà una delegazione di lavoratori e sindacalisti per partecipare al presidio in provincia di Brescia”.
Le due iniziative unitarie sono organizzate per giovedì 23 novembre (dalle ore 7.30 alle 12), davanti alle aziende dei presidenti di Confartigianato, cioè La Compagnia della Stampa, viale industria 19 a Roccafranca in provincia di Brescia, e di Cna, all’Autofficina di Via Lario 12 a Gallarate (VA).