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Mentre all’interno del palazzo della Prefettura di Bergamo era in corso un incontro con i loro rappresentanti, all’esterno, in via Tasso, i dipendenti dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro hanno manifestato contro i tagli prospettati dal Governo e contro la costante carenza di personale. "Dallo scorso lunedì - si legge in una nota di Cgil, Cisl e Uil di Bergamo - i lavoratori di via Novelli non utilizzano più le loro auto per effettuare i sopralluoghi nelle aziende e non svolgono più gli straordinari, sia interni che esterni agli uffici. Ogni giorno, poi, si riuniscono per un'ora in assemblea".
Una delegazione sindacale composta dai segretari del Pubblico Impiego di Cgil, Cisl e Uil e dai rappresentanti delle Rsu, ma anche dai segretari generali confederali, ha incontrato il vicario del Prefetto, Francesca Iacontini. All’incontro ha partecipato anche il direttore dell’Ispettorato, Carlo Colopi. “Il ruolo dell'Ispettorato Territoriale del lavoro in provincia di Bergamo è stato determinante al fine del rispetto della legalità nel mondo del lavoro, e importante per il servizio svolto quotidianamente presso i propri sportelli (dalle pratiche per le dimissioni, a quelle per maternità, , ecc)” hanno detto i tre segretari generale di Cgil, Cisl e Uil Gianni Peracchi, Ferdinando Piccinini e Amerigo Cortinovis al termine dell’incontro. “Per questo abbiamo chiesto al vicario di farsi carico delle legittime proteste e portarle all'attenzione del Governo centrale. È importante andare incontro alle richieste dei lavoratori in quanto l'Ispettorato giocherà un ruolo strategico in materia di sicurezza nel mondo del lavoro per la prevenzione degli infortuni come è emerso dal tavolo sulla sicurezza del lavoro con ATS”.
Intanto, Fp Cgil, Cisl Fp e Uilpa tornano a sottolineare quanto ampia sia la mole di attività svolta dall'Ispettorato provinciale: 723 pratiche per irregolarità, 119 lavoratori in nero scoperti, 675 richieste d'intervento evase, 1486 tentativi di conciliazione svolti e 985 provvedimenti di anticipazione maternità.
“Un’attività” dicono Dino Pusceddu, Angelo Murabito e Livio Paris per Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Pa provinciali “che richiede un forte impiego di risorse in termini di banche dati, assunzioni di personale, formazione e miglioramento delle condizioni professionali ed economiche dei lavoratori. Invece l’ufficio di Bergamo deve fare i conti con un taglio di circa 7 milioni di euro. Certamente dalla legge che ha istituito il nuovo Ispettorato del lavoro ci si aspettava più concretezza nella sua applicazione per rendere il nuovo ente più agile, più snello, meno burocratizzato, insomma più efficace".
"Invece assistiamo alla nascita di un nuovo ente svuotato di risorse e competenze” aggiungono i sindacalisti della Funzione Pubblica. “Le azioni di protesta riguardano il blocco degli straordinari che ridurrà notevolmente le ispezioni fuori dal normale orario di lavoro, la riduzione dell’orario di apertura dei servizi fino al 10 novembre e la riduzione dell’utilizzo del mezzo proprio che costringerà a breve gli ispettori ad utilizzare i mezzi pubblici, non essendo l’Istituto dotato di mezzi di trasporto. Gli ispettori, infatti, utilizzano il proprio mezzo per l’attività lavorativa quotidiana, ma le risorse previste come indennizzo non sono ancora state erogate. Domani (7 novembre) l’assemblea del personale deciderà come portare avanti queste forme di agitazione. Al termine dell’incontro si è richiesto al Vice Prefetto, come rappresentante del Governo sul territorio, di segnalare a Roma quali conseguenze abbiano avuto le scelte fatte sulla produttività del personale che rischiano di ridurre i controlli, nonostante la richiesta di una presenza maggiore giunta nelle scorse settimane da Cgil, Cisl e Uil".