PHOTO
È morto agli Spedali Civili di Brescia Diaw Keba, lavoratore di 58 anni, nato in Senegal e residente a Treviolo. Dipendente della ditta “esterna” Metalmec srl con sede a Cassano d'Adda, operava con un contratto di appalto alla Dea Montaggi di Castelli Calepio. Era stato vittima di infortunio il 28 novembre.
“Diaw Keba – si legge in una nota dei sindacati bergamaschi – stava eseguendo lavori di saldatura di un traliccio di acciaio del peso di circa 35 quintali e lungo circa 4 metri. Ha autonomamente eseguito anche la sua movimentazione con carroponte, quando è rimasto schiacciato tra il traliccio e altri manufatti dell'officina”. Con la scomparsa di Diaw Keba salgono a 21 gli infortuni mortali avvenuti al lavoro dall’inizio dell’anno in provincia di Bergamo (o oltre i confini provinciali, ma alle dipendenze di aziende bergamasche).
“Il mondo del lavoro sembra sempre più simile a un fronte di guerra che a un ambiente sicuro e adeguato a chi lavora” commentano Angelo Chiari, Danilo Mazzola e Saverio Capuzziello di Cgil, Cisl e Uil Bergamo. “Si sconta l’assenza di un numero sufficiente d’ispettori che dovrebbero controllare in maniera efficace i cantieri e i diversi luoghi di lavoro a rischio. I controlli sono sporadici e non adeguati. Cgil, Cisl e Uil proseguono nel chiedere risorse aggiuntive, personale e piani programmati di intervento anche nei settori meno controllati, come quello degli appalti. Occorre anche un impegno comune sulla formazione continua e adeguata ai cicli produttivi, non solo per il personale preposto”.
“Ripetiamo che serve una cultura della sicurezza che vada anche oltre la repressione e che abbracci sia la formazione che l’informazione” proseguono i sindacalisti. “Su questi temi il governo dovrebbe coinvolgere le parti sociali. Invece assistiamo quotidianamente a una strage senza fine nell’indifferenza dei più. La sicurezza sul lavoro non è un optional e non deve essere considerata solo come un costo per le imprese. La sicurezza è garanzia della vita delle persone e del futuro delle aziende. Non ci stancheremo mai di pretendere che il lavoro sia sicuro, che vengano rispettate tutte le prescrizioni, spesso ignorate o aggirate. In molti casi i lavoratori sono costretti ad accettare situazioni poco sicure per garantirsi un reddito. La sicurezza sul lavoro non fa ancora parte del Dna di tutte le imprese”.