“Fossi stato nel ministro Massimo Bray avrei preso la palla al balzo e anticipato la convocazione dell'8 luglio per vedere i sindacati immediatamente, soprattutto dopo la nostra richiesta unitaria di incontro, avanzata formalmente al Mibac”. Il segretario nazionale della Fp Cgil, Salvatore Chiaramonte, conferma in una nota il proseguimento della mobilitazione dei lavoratori del ministero dei Beni e delle attività culturali, sottolineando come “una convocazione tempestiva avrebbe potuto evitare ulteriori disagi ai cittadini e creare i presupposti per affrontare con serietà un problema grave per l'immagine e l'economia del Paese”.
“L'impressione – continua il dirigente sindacale – è che le organizzazioni sindacali siano tra i pochi soggetti ad aver compreso il livello di allarme. Il nostro sistema culturale è al collasso, nonostante sia il primo settore su cui dovremmo investire per contrastare la crisi. Se nel 2001 lo Stato spendeva solo 2,8 miliardi di euro, lo 0,34% della spesa complessiva, oggi siamo drammaticamente scesi a 1,6 miliardi di finanziamento, lo 0,19% del bilancio. Un'inezia, se confrontato con la spesa dei nostri competitor e tenuto conto della vastità della nostra offerta. Tra i tagli pesa anche la riduzione dei costi per il personale, passato dai 25.000 addetti dell'organico stabilito nel 1997 ai 18.950 attualmente previsti. L'austerità ha solo accelerato un processo di abbandono già in atto”.
“I lavoratori, per senso di responsabilità, hanno escluso il Colosseo dalla mobilitazione, dopo i disagi causati ai turisti dall'iniziativa di un solo sindacato. Avremmo voluto vedere – conclude Chiaramonte – la stessa responsabilità e la stessa attenzione da parte del Governo”.
Beni culturali: Fp, mobilitazione continua
"Il ministro Bray perde occasione per confronto. il sistema è al collasso: al Mibac vanno appena 1,6 miliardi di finanziamenti, pari allo 0,19% del bilancio dello Stato, mentre nel 2001 era lo 0,34", denuncia il sindacato
27 giugno 2013 • 00:00