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Una proposta, precisa e dettagliata, per evitare i licenziamenti alla Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) e in vertenze analoghe: la presenteranno oggi, 24 luglio, i sindacati dei metalmeccanici Fim-Fiom-Uilm di Firenze al ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, nell'incontro fissato al Mise (ore 17.00) sulla vertenza aperta con la multinazionale belga, che vede a rischio ben 318 posti di lavoro.
La proposta dei sindacati, un vero e proprio “decreto salva lavoratori”, prevede tre misure: il ripristino della causale per la cassa integrazione straordinaria dal 1° agosto; il riconoscimento al ministero della facoltà di sospendere la procedura di messa in mobilità dei lavoratori se l'azienda non vuole confrontarsi con i sindacati; l'obbligo di preavviso di 12 mesi in caso di cessazione di attività.
Nel dettaglio, il primo punto consentirebbe nei casi di specie di avere il tempo per gestire le crisi, evitare i licenziamenti tout court e favorire un confronto tra le parti che porti a una reindustrializzazione del sito e a una gestione del personale. Mentre il terzo punto, viste le modifiche agli ammortizzatori sociali e alle leggi sul lavoro, permetterebbe un tempo maggiore per reindustrializzare e per gestire il personale.
I sindacati dei lavoratori metalmeccanici fiorentini hanno pensato anche alle coperture finanziarie, che – assicurano – sussistono, “perché le aziende sopra 15 dipendenti trattengono dalla busta paga a tutti i lavoratori il contributo Cigs pari allo 0,30% che poi viene versato all'Inps e che serve ad alimentare da molte decine di anni la Cigs stessa. Inoltre, nella previsione che sia il Mise a concedere l'ammortizzatore, come previsto al punto 2, potrebbe essere semplicemente adeguata la dotazione del fondo previsto dall'art. 4 del decreto del ministero del Lavoro n. 95075”.
“Abbiamo deciso di avanzare questa proposta di decreto, una iniziativa pionieristica, perché nelle vertenze come quella della Bekaert abbiamo alcune armi spuntate rispetto al passato e crediamo serva invertire la tendenza per tutelare chi lavora – spiegano i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm di Firenze, Alessandro Beccastrini, Daniele Calosi e Davide Materazzi –. Sono stati fatti decreti per salvare banche, per salvare i capitali in rientro dall’estero, perché non poter fare un decreto salva lavoratori?”.
“Noi chiediamo più tempo per trattare, mentre la nostra controparte non vuole trattare – aggiungono i tre sindacalisti –. È una questione di dignità. Ci sono 318 famiglie che sono state precipitate nell’incertezza: il ministero in questa vertenza ha l’occasione di dimostrare di poter essere non solo un ente che certifica la perdita di posti di lavoro, ma anche un agente che può intervenire fattivamente a tutela del lavoro e per la Bekaert serve il tempo necessario per reindustrializzare il sito. Tra l’altro si parla di una zona, quella del Valdarno, che negli ultimi anni ha perso molta occupazione”.