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“L'altissima adesione allo sciopero di oggi (27 luglio, ndr), tra l'80 e il 90 per cento, conferma la volontà dei lavoratori della categoria, già emersa il 2 luglio nello sciopero del gruppo Intesa, di dire chiaramente ai banchieri che pur nella crisi del paese e delle banche devono negoziare con il sindacato, valorizzando la dignità del lavoro come risorsa centrale del sistema del credito”. Così il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, in merito allo sciopero indetto oggi in Unicredit e Monte Paschi.
Il numero uno della categoria del credito della Cgil aggiunge che “i banchieri non possono pensare che nella crisi ci sia spazio per i loro compensi mentre, allo stesso tempo, si mettono in discussione livelli occupazionali, salario contrattuale, accordi di armonizzazione, fino all'esternalizzazione di 2.300 occupati come avviene in Monte Paschi”.
Per questo, secondo Megale, “il messaggio di oggi è forte e chiaro ed è rivolto al management dei gruppi ma anche all'Abi, che avendo sottoscritto con noi un contratto nazionale con al centro la difesa dell'occupazione e il rafforzamento dell'area contrattuale, ora deve farlo rispettare ovunque”.
In ogni caso, conclude il dirigente sindacale, “la categoria è pronta sia nei confronti dell'Abi che del governo, il quale non ha ancora recepito gli accordi sugli ammortizzatori sociali, a mobilitarsi unitariamente fino allo sciopero generale in autunno per sostenere la priorità dell'occupazione, dei diritti e della difesa dell'area contrattuale”.