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Le violenze in corso ad Aleppo, il polo commerciale della Sria, non sono altro che il culmine di mesi di repressione dei dissidenti, con tanto di esecuzioni sommarie e torture. E' la denuncia di Amnesty International, che per voce della consulente per la crisi Donatella Rovera spiega che “la situazione attuale ad Aleppo, che mette i civili in grave rischio, è il deprecabile sviluppo degli abusi commessi dalle forze dello Stato nel Paese”.
Le forze della sicurezza hanno sparato contro i manifestanti dentro e attorno ad Aleppo in questo anno e obbligato i familiari delle vittime a firmare dichiarazioni in cui affermavano che i loro parenti erano stati uccisi da terroristi armati, come si legge nel rapporto di Amnesty rilasciato oggi.
Nel testo si accusano le autorità siriane di aver commesso crimini contro l'umanità e rivolge un appello alla comunità internazionale, in particolare alle Nazioni Unite, di compiere passi ulteriori e concreti per fare pressione sul regime. Amnesty invita quindi a congelare i beni dei leader siriani, aporre un embargo sulle armi e ad appellarsi all Tribunale penale internazionale.
Combattimenti tra le forze siriane e i ribelli di opposizione sono intanto in corso questa mattina nei pressi di due quartieri cristiani di Damasco: è la prima volta che accade dall'inizio della rivolta contro il regime di Bashar al Assad, secondo quanto riferito dall'Osservatorio siriano sui diritti umani.
"Combattimenti sono in corso, da questa mattina all'alba, nei quartieri di Bab Touma e Bab Sharqi. Secondo le prime informazioni, un soldato è stato ucciso", ha spiegato l'ong che ha sede a Londra.
"Si tratta di combattimenti inediti,sono zone in cui i combattenti non avevano avuto accesso fino ad ora", ha affermato Rami Abdel Rahmane, presidente dell'Osservatorio siriano sui diritti umani. Bab Touma e Bab Sharqi sono quartieri tradizionalmente cristiani nella città vecchia di Damasco, particolarmente apprezzati dai turisti: in queste aree si trovano numerosi hotel e nelle scorse settimane erano state teatro di manifestazioni in sostegno a Bashar al Assad.