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Aprire un nuovo capitolo. È questo l’obiettivo dell’incontro che si tiene oggi (lunedì 16 gennaio) a Roma tra i sindacati territoriali e la Regione Lazio per mettere a punto un ventaglio di proposte per i 1.666 lavoratori di Almaviva della Capitale che nei giorni scorsi hanno ricevuto le lettere di licenziamento. Un confronto cui seguirà, ha detto mercoledì scorso il presidente della Regione Nicola Zingaretti, un vertice con il governo, che “ha manifestato la propria disponibilità a elaborare con noi le misure più idonee per dare risposta ai lavoratori licenziati da Almaviva”. Obiettivo della Regione, ha precisato il presidente, è quello di “far fronte in tempi rapidi al problema sociale che si è determinato nel nostro territorio, e insieme al governo lavoreremo per garantire ai nostri concittadini uno sbocco occupazionale”. Obiettivo confermato dal ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che si è detto impegnato, assieme alla Regione, a “capire come sanare la situazione”.
Arriva intanto un primo sostegno al reddito degli ex lavoratori romani del call center. È il cosiddetto “assegno Almaviva”, un assegno di ricollocazione ad hoc che potranno appunto richiedere i dipendenti licenziati. L’intervento nasce da un'azione coordinata tra il ministero del Lavoro, l'Agenzia per le politiche attive (Anpal), il ministero dello Sviluppo economico e la Regione Lazio. La misura è finanziata attraverso i fondi dell’Unione Europea per la globalizzazione, indirizzati alle aziende messe in ginocchio dalle delocalizzazioni selvagge, come appunto Almaviva che ha subito la concorrenza dei call center albanesi. Anpal e Regione, infine, stanno anche verificando la possibilità di un lavoro coordinato ricollocazione-formazione, fondato appunto sull'assegno di ricollocazione e sul finanziamento (da parte regionale) di piani di riqualificazione e formazione professionale.