Firmate a Palermo, tra Confindustria e Slc Cgil, i verbali di conciliazione per i cento lavoratori a progetto di Almaviva Palermo che erano rimasti esclusi a ottobre dal bacino di prelazione dell’azienda. I lavoratori, rinunciando coraggiosamente all’accordo del 25 ottobre siglato da Almaviva con le altre sigle, Cisl e Uil, a cui avevano aderito gli altri 600 operatori del call center, in questi due mesi sono rimasti fuori dal ciclo lavorativo. Adesso verrà loro riconosciuta la continuità occupazionale con regole certe, messe ormai nero su bianco, tra cui l’anzianità anagrafica e un’anzianità contrattuale definita.

"È una vittoria che segna una svolta – dicono il segretario Slc Cgil di Palermo Maurizio Rosso e la rappresentate Slc Cgil Rosalba Vella –. Prima dentro Almaviva esisteva il nulla, eravamo all’anno zero dei diritti sindacali. A chi chiedeva garanzie veniva risposto: scripta manent, Lap volant. Ora il dialogo iniziato con questi cento lavoratori può essere allargato a tutti”.

"Una lotta sofferta – proseguono i due sindacalisti –: i lavoratori di fatto sono stati a lungo minacciati e ricattati, dovendo scegliere fra contratti a scadenza mensile e la paura di restare senza lavoro. Molti sono stati costretti ad accettare a ottobre le conciliazioni pur sapendo di affermare il falso, ovvero di non essere dipendenti e di non aver mai fatto turni”.

Con questo atto, giunto dopo un mese e mezzo di lotta che ha visto impegnati i lavoratori a progetto di Almaviva assieme alla Slc Cgil Palermo, si conclude una parte della vertenza. Ora gli operatori possono essere chiamati a lavorare con le garanzie del bacino di prelazione e non dovranno più sottostare alla discrezionalità aziendale che aveva portato – denuncia la Slc Cgil – a forme di “precariato selvaggio” e a discriminazioni tra lavoratori. "Adesso inizierà la fase due – concludono Rosso e Vella –: la rivendicazione dei diritti aggiuntivi con la contrattazione di secondo livello per estendere le garanzie alla nuova generazione di lavoratori dei call center”.