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"La questione non è più l'applicazione dei contratti, siamo proprio fuori da questa logica. Servirebbe un vero orientamento del settore: finché i grandi committenti continuano a scommettere sulle gare a massimo ribasso alla fine si determinano queste situazioni". È Susanna Camusso, con queste parole, a tornare sulla vertenza Almaviva Contact di Palermo.
Il segretario generale della Cgil lo ha fatto a margine dell'assemblea del sindacato siciliano, spiegando che "c'è stata una fase in cui il governo ha sostenuto la necessità di ricostruire condizioni di certezza in questo settore. Mi pare che non si siano determinate. Non passa giorno che non si scoprano situazioni di call center che sono fuori dai limiti della decenza".
Il braccio di ferro tra Almaviva e i sindacati sull'avviso delle procedure di conferimento del ramo d’azienda, in effetti, continua senza sosta. A metà aprile, il colosso delle telecomunicazioni ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori l’avvio formale della procedura per il sito di Palermo, che conta 3.400 lavoratori, di cui 2.800 a tempo indeterminato. Si tratta dei dipendenti del call center inbound, outbound e customer care.
La proposta prevede la costituzione di una newco, una società di capitali a responsabilità limitata, controllata al 100% da Almaviva Contact nella quale far confluire, tra il 13 e il 18 giugno del 2018, il complesso di risorse umane e strutture operanti. I sindacati, che da tempo esprimono perplessità, parlano di "rischio bad company" dietro questa operazione.
Per ora la richiesta dell'azienda di insediare tre tavoli tematici con le parti sociali su scala locale è stata accolta. Le direzioni sono: tariffe e volumi (le prime ferme da anni e inferiori al costo del lavoro; i secondi a rischio per la scadenza delle principali commesse in lavorazione a Palermo); interventi per l'accrescimento della qualità e produttività (come indicato nell'accordo siglato lo scorso anno con le parti sociali); strumenti efficaci per la gestione degli esuberi strutturali (circa 700 gestisti a oggi con l'ausilio di ammortizzatori sociali in scadenza a giugno).
La Slc Cgil palermitana, però, resta molto preoccupata. Il segretario generale del sindacato, Maurizio Rosso, nei giorni scorsi ha ricordato le proposte che la sua organizzazione ha avanzato già da tempo: “Apertura di un tavolo tecnico con Comune e Regione per trovare soluzioni per il territorio; esodo incentivato dei dipendenti, che era parte dell’accordo precedente con l’azienda e che non è stato avviato, con lo stanziamento di capitali, per risolvere il problema degli esuberi; riorganizzazione del lavoro rispetto alle nuove tecnologie attraverso un contratto di secondo livello che possa regolare le flessibilità e adeguare attraverso la formazione i lavoratori al mercato del lavoro”. L'obiettivo comune dei sindacati, in ogni caso, resta che la vertenza assuma un respiro nazionale: “Il ministero faccia rispettare le regole, peraltro già esistenti, in materia di delocalizzazione e di tariffe”.
Intanto, Almaviva fa shopping altrove. È di oggi la notizia dell'acquisto dell'84,05% del capitale di Sadel, partner nell'ambito delle tecnologie di bordo treno, con il quale sono stati realizzati più di 20 mila apparati oggi installati e attivi su gran parte della flotta nazionale e all'estero. Almaviva già copriva gli ambiti software e i servizi correlati (gestione contenuti, assistenza post-vendita, monitoraggio ecc.). "L'acquisizione di Sadel, oltre che al consolidamento della filiera, è orientata allo sviluppo dell'offerta verso nuovi mercati - afferma soddisfatta l'azienda in una nota - sia nell'ambito del trasporto pubblico locale sia riferita a nuove aree geografiche, consolidando così la proiezione internazionale del gruppo".
A Palermo, invece, i 3.800 posti di lavoro a rischio continuano a far tremare i polsi all'intera città.