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In stato di agitazione i dipendenti di Almaviva Contact a Palermo. Forte preoccupazione per i circa 4.000 esuberi paventati a livello nazionale che colpirebbero principalmente il territorio siciliano, dove operano circa 6 mila operatori del call center, di cui 1.500 dipendenti e 1.500 a progetto. “Domani (18-2) nella sede di Confindustria a Roma l’azienda incontrerà i segretari nazionali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil e il coordinamento nazionale Rsu di Almaviva. Almaviva è la più grande realtà lavorativa del nostro territorio. Potrebbero essere prospettati tagli occupazionali di alto impatto, che ci spaventano. Sarebbe l’inizio di una deriva senza precedenti per la Sicilia e l’impoverimento di un territorio già martoriato dalla crisi e dalla fuga dei grandi gruppi”, dice Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil di Palermo.
Ieri le segreterie provinciali di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil hanno presentato un ordine del giorno durante l’esecutivo regionale all’Nh Hotel di Cgil, Cisl e Uil in cui hanno chiesto l’intervento delle istituzioni comunali e regionali e annunciato azioni di lotta per impedire la chiusura del sito e a difesa del lavoro e del futuro delle migliaia di famiglie coinvolte da un possibile disastro occupazionale. La vertenza Almaviva, sostengono i sindacati nel loro documento, ha assunto ormai contorni sempre più preoccupanti. Nei prossimi giorni è atteso l’esito della gara per l’assegnazione del traffico telefonico di Wind, che occupa circa 1.500 lavoratori, impiegati principalmente nel territorio della Regione siciliana.
“La mancata assegnazione di tali volumi, comporterebbe, inevitabilmente, un ulteriore aggravio delle condizioni in cui versa l’azienda, con pesanti ricadute occupazionali per migliaia di famiglie siciliane. Almaviva Contact allo stato attuale", aggiungono le segreterie di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil. Almaviva ha fatto ricorso ai contratti di solidarietà per fronteggiare circa 2.000 esuberi, a causa della delocalizzazione del traffico telefonico, cha ha portato un sostanziale decremento dei volumi, sia per le attività inbound che outbound. "A ciò – dicono i sindacati – si aggiungono gare effettuate al massimo ribasso e senza regole che garantiscano la territorialità dei servizi erogati, con la conseguente perdita di commesse quali, ad esempio, 060606 Comune di Roma e 020202 Comune di Milano”.
Altro elemento di preoccupazione è la richiesta fatta il 6 febbraio dall’ad di Almaviva di liberare una delle due sedi palermitane, i locali di via Cordova, dove sono impiegati circa 1.500 lavoratori. Si prospettano, inoltre, trasferimenti collettivi su altre sedi e una “societarizzazione” dell'azienda. Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil accusano la Regione di inerzia: “Con migliaia di lavoratori in questi mesi per ben due volte abbiamo invaso le strade della città e sfilato sotto le mura del governo regionale, che non è stato in grado di produrre nessuna iniziativa. E a nulla sono servite le liturgiche riunioni con le commissioni parlamentari dell’Assemblea regionale”.
Il paradosso è che questa vertenza si cala in un contesto in cui tutte le stime indicano una crescita globale del settore, che passerà nel 2016 da 38 a 46 miliardi di euro. "L’Italia – aggiunge Vella – ha solo una piccola fetta di questo mercato ma ha ancora potenzialmente un notevole margine di sviluppo che potrebbe affrontare con adeguati investimenti e attraverso percorsi di formazione e riqualificazione del personale per creare una vera e propria industria di servizi in un comparto che in Sicilia vede impiegati circa 20.000 addetti, di cui circa la metà solo a Palermo”.