A pochissimi giorni dalla scadenza della procedura che avrebbe comportato il licenziamento di 3.000 persone nei siti di Roma, Napoli e Palermo, le organizzazioni sindacali hanno siglato con l'azienda e il Mise un accordo importante che diventerà efficace dopo lo scioglimento della riserva in seguito alle assemblee con le lavoratrici e i lavoratori.
Nel merito, l'accordo prevede la revoca dei licenziamenti e un periodo di 18 mesi di ammortizzatori sociali, necessario a dare respiro all'azienda e ai lavoratori in attesa che le operazioni di consolidamento del mercato dei customer care. Da tempo infatti è aperto un tavolo tecnico sui call center al ministero che ha come obiettivi, tra gli altri, l'applicazione l'art.24 bis per il diritto di scelta del cittadino sul luogo di risposta delle telefonate e un ragionamento complessivo sugli ammortizzatori sociali per il settore.
“Il periodo di 18 mesi è suddiviso nei primi 6 mesi di contratto di solidarietà per i siti di Roma, Napoli e Palermo, con percentuali massime che ricalcano quelle dell'accordo attualmente in essere”, spiega il segretario generale di Slc Cgil Massimo Cestaro: “I successivi 12 mesi invece saranno coperti da Cassa integrazione straordinaria, anch'essa insistente sugli stessi siti ma con una percentuale che calerà trimestralmente”.
“Si tratta quindi di una soluzione positiva – prosegue il sindacalista – sia perché fa ritirare all'azienda i 3.000 licenziamenti dichiarati e ormai imminenti, sia perché definisce un percorso con il quale si restringe il perimetro degli esuberi su cui è tarato l'ammortizzatore sociale nel corso della stessa cigs. Un ringraziamento particolare – conclude la nota – va rivolto alle lavoratrici e ai lavoratori e le Rsu di Almaviva: senza la mobilitazione e la determinazione dei quali questa vertenza non avrebbe avuto lo stesso risalto e, probabilmente, lo stesso risultato”.