Urne aperte fino al 19 aprile per rinnovare le rappresentanze sindacali nei settori dell'università, della scuola, della ricerca e della formazione. “Il primo dato importante – ha spiegato Francesco Sinopoli, segretario generale della Flc Cgil, intervenuto su RadioArticolo1 – è quello della partecipazione. Di solito l’affluenza è molto alta, ma questa volta assumerà un valore ancora più significativo. Veniamo da anni difficili in cui si è utilizzata la crisi come pretesto per tagliare risorse nei settori della conoscenza (come in tutto il pubblico), ma anche per modificare le relazioni all'interno dei luoghi di lavoro, dando più poteri ai dirigenti, nell'idea sbagliata che questo avrebbe consentito un miglioramento dell'offerta formativa. L’obiettivo non è stato affatto raggiunto e, anzi, assistiamo a un peggioramento delle condizioni di lavoro che si salda ai forti disagi nella società”. Per il sindacalista, dunque, andare a votare vuol dire anche “dare un segnale di fiducia a chi in questi anni ha combattuto contro politiche sbagliate e ogni giorno ha messo a disposizione il proprio impegno”.
Tanto più che dopo anni in cui si è fatto di tutto per limitare la contrattazione di istituto, “il rinnovo del contratto restituisce più potere alle persone e alla stessa contrattazione, e questo sicuramente avrà un impatto positivo sulle condizioni di lavoro. Credo che sia proprio questo il punto più qualificante del rinnovo”. Nella campagna elettorale i sindacati hanno anche messo al centro i recenti episodi di violenza nelle scuole. Lo ripetiamo, riprende Sinopoli, “il Miur deve difendere i docenti e il sindacato deve costituirsi parte civile. Bisogna dare un forte segnale culturale: non si tratta, infatti, di fenomeni isolati. Bisogna restituire alla scuola prestigio, ripensare anche al patto tra scuola e famiglia che evidentemente è entrato in crisi. Non solo nella società in generale, ma anche nella scuola sono aumentate le diseguaglianze. Bisogna ripartire dalla funzione costituzionale della scuola, dal suo ruolo di comunità educante”.
Ma proprio per questo, rimarca il segretario della Flc, “occorre fare un investimento straordinario, cioè l'opposto di quanto è avvenuto negli anni passati. Bisogna ripartire dai territori, affrontando le grandi fratture che caratterizzano questo paese, a cominciare da quella tra Nord e Sud”. Altro tema molto sentito nelle assemblee è quello dell'alternanza scuola lavoro. “Per come è stata pensata nella legge 107 – sottolinea il sindacalista – non risponde all'obiettivo che essa dovrebbe darsi. L'alternanza deve essere una metodologia didattica, non il primo canale di ingresso nel mercato lavoro. Quando si decide che un milione di studenti andranno in alternanza bisognerebbe chiedersi se il sistema produttivo sia in grado di offrire occasioni formative reali a questa enorme popolazione. Noi crediamo di no. Sarebbe stato necessario fare delle scelte diverse, innanzitutto non prevedere un numero di ore obbligatorio, ma lasciare autonomia ai collegi nel definire la durata dei percorsi e poi operare una maggiore selezione delle aziende”.
Sinopoli ha poi ricordato le recenti mobilitazioni nel Regno unito e negli Stati uniti, “che hanno al centro due temi che secondo me valgono anche per il nostro paese: i salari e la centralità dei settori pubblici e dell'istruzione. È evidente che c'è un tratto comune che caratterizza tanti paesi: una società della conoscenza sempre più diffusa, ma che, paradossalmente, viene colpita dalle politiche di austerity”.