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Un piano "di soli tagli", con oltre 2 mila esuberi, "fatto dalle banche" e assolutamente "irricevibile" per i sindacati, che infatti hanno proclamato subito dopo l'incontro odierno (17 marzo) con l'azienda 24 ore di sciopero per il prossimo 5 aprile, che coinvolgeranno tutto il personale dipendente del Gruppo Alitalia (Sai e Cityliner). E già lunedì 20 marzo Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporto sposteranno il confronto sul tavolo del governo, al quale siederanno tre ministri: Calenda (Mise), Poletti (Lavoro) e Delrio (Trasporti).
"Su questi numeri non si tratta, non si può trattare", ha detto il segretario nazionale della Filt Cgil Nino Cortorillo al termine dell'incontro con Alitalia sul piano industriale, sottolineando che "oggi non ci è stato presentato un vero Piano industriale, che può prevedere taglio dei costi, ma in una prospettiva di rilancio: questo invece prevede solo un taglio dei costi". I duemila esuberi più il taglio retributivo rappresentano "163 milioni di interventi sul costo del lavoro", ha puntualizzato Cortorillo, sottolineando che si tratta di "un piano che sulla parte delle prospettiva è molto molto ridotto".
E dopo la presentazione del "non piano" la Filt Cgil, in particolare quella del Lazio, teme anche pesanti ricadute sull'indotto di Fiumicino. "Lo sviluppo di quel territorio è strettamente legato a quello regionale - scrivono in una nota il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio Michele Azzola e il segretario generale della Filt Cgil di Roma e del Lazio Eugenio Stanziale - E questa vicenda rischia di privarci di una leva straordinaria per la crescita della cultura e del turismo, compromettendo di fatto le possibilità di rilancio dell'intera regione. Chiediamo pertanto al Governo e alle istituzioni locali, in primis alla Regione Lazio e al Comune, di farsi carico di questa vicenda - concludono i due sindacalisti - e di intervenire con urgenza per arginare questa ennesima emorragia occupazionale".