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Ancora un funerale, il sesto in pochi mesi, il funerale di un lavoratore del marmo a Carrara. Non lo conoscevo, ma ho sentito il bisogno di essere presente al suo ultimo viaggio, purtroppo ne ho visti tanti e anche oggi ho visto una famiglia distrutta. Il suo ragazzo insieme a sua moglie e ai ragazzi della squadra di calcio del figlio, tutti lì a salutare un uomo che a 61 anni è morto schiacciato da una lastra di marmo con un contratto "precario".
Mi sento impotente, ma non possiamo stare in silenzio. Il territorio vive un dramma sociale enorme, la mancanza di lavoro porta a ritmi elevati o a lavorare da soli in posti dove bisogna essere minimo in due per controllarsi l'uno con l'altro, durante le manovre. Un territorio che nonostante la crisi, ha delle potenzialità che oggi a maggior ragione si possono sviluppare attraverso un Accordo di Programma, quell'accordo che giace in un cassetto del Governo che fa fatica a tirarlo fuori e firmarlo.
Serve più sicurezza, non a parole, a fatti, gli strumenti ci sono per averne di più, formazione a lavoratori ed imprenditori anzi "concessionari". Servono sanzioni pesanti ai recidivi. Servono tutele per chi denuncia che non si lavora in sicurezza, anziché rischiare il licenziamento per questo.
Tutti dobbiamo fare qualcosa in più, ne ero già convinto e lo sono ancora di più oggi dopo avere portato l'ultimo saluto, mio personale e della Cgil Toscana, a Carlo Morelli, dopo aver incrociato lo sguardo dei suoi familiari, una esperienza che convincerebbe tutti, credo, ad un di più di impegno perché il lavoro, che è vita, non uccida mai più.
Mirko Lami è segretario regionale Cgil Toscana