Sono più di 80 mila i piccoli produttori siciliani che rischiano di avere ricadute negative dalla stretta dei contributi decisa dalla Commissione europea, che fissa un tetto minino per l’accesso ai fondi di 250 euro e di un ettaro di superficie. A lanciare l’allarme è l’Alpa Cgil, associazione di lavoratori e piccoli produttori agricoli che, nel corso di una partecipata manifestazione svoltasi oggi a Palermo, ha lanciato la richiesta al ministro delle politiche agricole, Luca Zaia, di non confermare la decisione comunitaria che, nel paese nel paese oltre 300 mila microaziende.
L’Alpa Sicilia chiede anche l’intervento sul governo nazionale dell’assessore regionale all’agricoltura, Giovanni La Via, e annuncia la mobilitazione della categoria. “Si tratta perlopiù di microaziende - ha detto Salvatore Sparacio, presidente dell’Alpa Sicilia –,figure miste di produttore/ lavoratore che spesso hanno questa come attività integrativa. I piccoli produttori – aggiunge - rappresentano però più del 60 per cento della base sociale agricola, contribuiscono a mantenere tipicità e biodiversità e hanno anche una funzione sociale attivando filiere corte, gruppi di acquisto solidali, mercatini biologici”. Sparacio ha sottolineato dunque “la funzione di legittimazione socio- economica che, per queste microimprese, specie nelle aree montane e svantaggiate, ha il contributo europeo, anche se di modesta entità. Si parla di cifre che vanno in media dai 500 a qualche migliaio di euro per impresa”.
Agricoltura, 80 mila piccoli produttori a rischio in Sicilia
L'Alpa Cgil dell'isola chiede al ministro Zaia di non confermare le decisioni della Commissione europea
21 ottobre 2008 • 00:00