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Il piano Cevital per acciaieria e settore agroindustriale stenta a decollare e alla fine sono venuti fuori i problemi occupazionali. A metterli in evidenza ci ha pensato la Fiom, che il 5 luglio ha sferrato un duro attacco ad Aferpi, chiedendo il ritiro del piano, che – nei fatti – prevede 500-600 esuberi. Sì, perché dopo tutte le rassicurazioni di questi mesi, l’azienda lo scorso 27 giugno ha presentato in Regione, in allegato alla richiesta delle autorizzazioni per la nuova acciaieria, dei documenti che hanno sollevato molte perplessità. “Sono un vero e proprio piano industriale – dichiara Mauro Faticanti, responsabile nazionale Fiom per la siderurgia –, nel quale si configura un mancato rispetto dell’accordo firmato il 3 giugno 2015, che prevede l’assunzione entro il 6 novembre di tutti i lavoratori, con la completa realizzazione del piano industriale comprensivo di siderurgia, agroindustria e logistica”.
A preoccupare non è tanto il fatto che a fine 2016 siano previsti 750 dipendenti in acciaieria, che in realtà sono già 1.350, e che il numero ridotto del piano sia quello “ripulito” dagli ammortizzatori sociali; ma la somma prevista a fine 2019, anno in cui, a giugno, termineranno gli ammortizzatori sociali: 1.530 lavoratori tra acciaieria e logistica, un numero ben lontano dalle aspettative. A mancare sarebbero i posti dell’agroindustria, che secondo il piano aggiornato saranno 250 a fine 2022, portando il totale degli ex Lucchini rioccupati a quota 1.900, diminuita dai 2.150 dipendenti iniziali dai fisiologici pensionamenti.
Ecco dunque che Fiom calcola comunque 500-660 esuberi, facendo i conti dallo stop degli ammortizzatori sociali, a metà 2019. Ma è ormai chiaro da alcuni mesi che tra le crescenti difficoltà, il piano agroindustriale è finito in coda al progetto e con tempi così allungati da non coincidere più con quelli degli ammortizzatori sociali. “L’azienda faccia chiarezza sulla piena occupazione, mantenendo fede al piano firmato con il sindacato – afferma Luciano Gabrielli, segretario Fiom di Livorno –. Le assunzioni dovranno essere fatte entro il 6 novembre 2016, così come indicato nel piano sottoscritto con noi. Chiediamo l’intervento di Comune, Regione e governo nazionale perché prendano una posizione chiara e univoca, soprattutto per i timori nati sulle riassunzioni del personale: vogliamo piena chiarezza e che siano accelerati gli investimenti nell’area di Piombino, che dovrebbero condurre, così come messo nero su bianco, alla piena occupazione”.
La Fiom mette a nudo la fragile situazione occupazionale nel momento più critico, con gli impianti di laminazione fermi e il lavoro per ora poco fruttuoso dell’azienda nella ricerca del credito per garantire la liquidità necessaria ad acquistare materie prime. Una crisi di liquidità che mette a rischio quella continuità produttiva necessaria, tra l’altro, all’assunzione in solidarietà di tutti gli ex Lucchini entro novembre, considerato dal sindacato come obiettivo irrinunciabile.