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Un accordo che evita le distorsioni negli appalti assegnati dal Comune e che in qualche modo “neutralizza” il Jobs Act. E' successo a Bologna, dove è stato firmato un testo condiviso da associazioni economiche e sindacati. Lo hanno firmato Cgil, Cisl e Uil, l'Alleanza delle cooperative italiane, Ascom, Unindustria, Cna, Confartigianato e Ance.
L'accordo sugli appalti, che avrà validità triennale, si propone di arginare devianze acuite anche dalla crisi economica, come la concorrenza sleale, il ricorso al lavoro irregolare e l'espansione della presenza della criminalità organizzata. Dal primo gennaio 2016 il Comune di Bologna si impegna a considerare nelle proprie gare il possesso del "rating di legalità'" rilasciato dall'Agcm. Il Comune inoltre renderà ancora più visibile l'intera filiera delle gare, realizzando una piattaforma informativa in cui sarà possibile accedere a una mappatura aggiornata delle concessioni in essere.
Inoltre, l'unico criterio di aggiudicazione degli appalti sarà l'offerta economicamente più vantaggiosa per gli affidamenti relativi ai servizi e si privilegerà l'adozione dello stesso criterio negli affidamenti di lavori e forniture. In sostanza vengono fissate norme più stringenti perché si evitino affidamenti, di fatto, al massimo ribasso. Il Comune si impegna anche a inserire la clausola sociale per garantire il riassorbimento di manodopera per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
In questo senso, si va oltre il Jobs act, anche perché viene introdotto un "curriculum reputazionale delle imprese" che verrà valutato nell'aggiudicazione. Si tratta di una vera e propria “neutralizzazione del Jobs act”, ne è convinta Sonia Sovilla, della segreteria della Cgil di Bologna, che ha direttamente seguito la trattativa con associazioni di impresa e altre sigle sindacali. "La recente normativa sul tema del lavoro, nota come Jobs act, fortemente contestata dalla Cgil ma diventata purtroppo legge dello Stato - scrive in una nota Sovilla- è stata qui neutralizzata a dimostrazione che il tema non è quello di abbassare i diritti e le tutele di chi, tra l'altro, ne ha sempre avuti molto pochi, ma di creare buona e stabile occupazione".
L'intesa, che ha visto la firma anche di tutte le associazioni d'impresa secondo l'esponente Cgil, “è uno degli elementi di grande novità dell'intesa a testimonianza del fatto che per raggiungere importanti obiettivi su un tema così spinoso è necessaria una sinergia tra tutti i soggetti in campo nella gestione dell'intera filiera". I recenti fatti di cronaca "su scandali e corruzione hanno, probabilmente, fatto alzare il livello di guardia e ritenere, congiuntamente, necessario un significativo passo in avanti" conclude ancora Sovilla.