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Formatosi negli anni immediatamente successivi alla ricostituzione della Cgil unitaria, l’Archivio storico della Confederazione generale italiana del lavoro raccoglie materiali a partire dal 1944, la cui consistenza ammonta a circa 10 mila buste per un chilometro lineare.
Organizzato in sei serie principali, a loro volta suddivise in ulteriori partizioni (congressi confederali, verbali degli organi statutari, atti e corrispondenza della segreteria generale, circolari, uffici confederali, convegni, conferenze, seminari), l’Archivio confederale è arricchito dai fondi personali dei segretari generali e generali aggiunti della struttura fino alla segreteria Trentin. Completano il corpus documentario piccoli fondi di federazioni e sindacati di categoria, anche dell’epoca fascista.
Sono disponibili in file digitalizzato allegato alla scheda documento tutti i verbali degli organi statutari (1944-1986) e tutte le circolari (1944-1986). Non solo. L’Archivio ospita al proprio interno anche un’importante sezione fotografica (guarda i video).
La struttura del materiale conferma le caratteristiche tipiche degli archivi sindacali, che sono da una parte quella di riflettere l’articolazione interna delle strutture, la loro evoluzione e le articolazioni delle attività e, dall’altra, quella di attestare il bisogno di documentazione dei funzionari nello svolgimento del proprio lavoro.
Il materiale conservato comprende in particolare i verbali delle riunioni, i documenti di base preparati per la discussione dei punti all’ordine del giorno delle stesse, le relazioni, gli studi, le ricerche e i documenti elaborati dalla struttura su tematiche specifiche, i testi degli accordi interconfederali e i contratti collettivi nazionali di lavoro, le proposte e gli interventi in sede di formazione delle leggi, i censimenti e le statistiche dei quadri dell’organizzazione, le circolari, gli appunti informativi, la documentazione relativa alle cariche sociali e ancora corrispondenza, note, comunicati stampa, comunicazioni, promemoria e resoconti vari.
Non è difficile trovare all’interno dell’archivio materiale non strettamente sindacale: siano pubblicazioni o ritagli di esse, documenti di partiti o materiale relativo a campagne di solidarietà o eventi di particolare gravità. A volte capita invece di imbattersi in documenti quanto meno bizzarri, curiosi, senza dubbio particolari. Come quelli di seguito segnalati.
Il 29 gennaio 1952 Ernesto Alberti, colono dell’Appennino bolognese, scrive a Di Vittorio per sottoporgli il progetto di un apparecchio agricolo da lui ideato. Dopo aver invitato la Confederterra a valutare anche tecnicamente la macchina, Di Vittorio risponde all’Alberti sottolineando i pregi dell’apparecchio e consigliandogli di rivolgersi al Consiglio di gestione di qualche fabbrica emiliana per il suo possibile sfruttamento e la sua realizzazione.
Il 13 maggio 1952 Galdino Recchia, maestro di musica di Montemesola (Taranto), invia a Di Vittorio lo spartito di una marcia trionfale a lui dedicata, mentre il fascicolo 170 della serie Atti e corrispondenza 1950 custodisce al proprio interno lo spartito e il testo – presumibilmente inediti – della canzone “Viene il primo maggio” del poeta tarantino Nicola Detimo.
Se numerose risultano essere le lettere indirizzate al “papà Di Vittorio” da parte dei bambini, nel 1951 al segretario scrive anche “un prelato che si rivolge a uno degli esponenti più qualificati del Partito Comunista per ottenere che sia scongiurata l’attuazione di una legge iniqua promossa dalla Dc”.
Il fondo personale di Ottaviano Del Turco conserva articoli, interviste, interventi, appunti, dichiarazioni, discorsi, contributi per libri e corrispondenza. All’interno dei fascicoli però troviamo anche bozzetti, schizzi, disegni, vignette umoristiche originali dello stesso ex segretario generale aggiunto della Cgil.
Il fondo personale di Manfredo Marconi, conserva 26 pagine di poesie, anche in romanesco, composte a partire dal 1939, mentre il Fondo Bruno Trentin custodisce la riproduzione di un decreto del Comitato esecutivo della Repubblica romana del 12 febbraio 1849 donato nel 1992 all’allora segretario generale di corso d’Italia da Bettino Craxi, collezionista di cimeli garibaldini et similia.
Se nel 1976 l’Accademia scoponistica italiana omaggia Lama della tessera ad honorem, non mancano odi a lui dedicate o lettere in cui la base femminile apprezza le doti (non solo politiche) del segretario. E non può mancare nemmeno un riferimento al gioco più amato degli italiani: il calcio. L’Archivio fotografico conserva più di un’immagine sul tema. Ricordiamo Di Vittorio che premia i finalisti del torneo di calcio organizzato a latere del primo congresso nazionale confederale (1947) o che stringe la mano a Puskas, capitano della squadra nazionale di calcio dell’Ungheria.
Interessanti anche gli ordini del giorno inviati alla Cgil in seguito all’attentato a Togliatti del 14 luglio 1948 e ai fatti del luglio 1960, insieme alle prese di posizione relative ai fatti d’Ungheria dell’ottobre 1956. L’archivio conserva, nello specifico, il telegramma di Italo Calvino a Giuseppe Di Vittorio del 28 ottobre 1956. Lo scrittore, condividendo la posizione di condanna assunta da Di Vittorio sull’invasione sovietica dell’Ungheria, maturò in quell’occasione la decisione di uscire dal Pci.
Si segnala infine il verbale manoscritto di segreteria del 21 aprile 1978 relativo al rapimento Moro.