Syed Hasnain, figlio di un talebano afghano ucciso, era un bambino destinato alla jihad per il quale “era bello e normale essere chiamato a combattere”. Una madre coraggiosa, in una società maschilista, si oppone al destino del figlio e lo fa uscire dai confini dell’Afghanistan: “Lei ha visto la luce – racconta Hasnain – la luce di allontanarmi da quella violenza. Ed è così che dopo un viaggio pericoloso, nel quale rischia la vita, lui approda nel nostro Paese, anche grazie all’aiuto di un pizzaiolo italiano. Per qualche tempo vive ramingo a Roma, dorme per strada, ma gli incontri della vita e la sua forza di volontà lo portano sui banchi di scuola sino alla laurea, conseguita poche settimane fa all’età di 30 anni, su di un tema che lo vede attivamente impegnato anche come mediatore culturale: la possibilità anche per i rifugiati di avere voce in capitolo sulle decisioni che li riguardano da parte degli Stati.
Una nuova vita
La storia di un giovane destinato al reclutamento nella jihad: grazie al coraggio della madre è arrivato in Italia, si è laureato ed è attivo sul fronte dei diritti e delle politiche per i rifugiati. Intervista a Syed Hasnein. A cura di Simona Ciaramitaro
20 dicembre 2019 • 15:32