Per tutta la mattina hanno manifestato davanti alla sede regionale dell'Agenzia delle entrate dell'Emilia-Romagna. Si tratta dei lavoratori del consorzio Manital, senza stipendio dal novembre scorso. Per loro Natale è arrivato senza tredicesima e il nuovo anno ha spazzato via le esigue certezze rappresentate da un salario di 500 euro mensili. Pesa molto l'essere impiegati presso un ufficio che rappresenta le istituzioni pubbliche e non riuscire ugualmente a ottenere il rispetto dei propri diritti. "Siamo costretti a continuare a lavorare con un sorriso finto", racconta Stefano Carli, lavoratore, "fornendo almeno i servizi essenziali. Molti di noi già da lunedì faranno fatica a presentarsi perché non possono più permettersi nemmeno di rinnovare l'abbonamento ai mezzi pubblici. È incredibile che tutti noi siamo costretti a rinunciare ai nostri progetti, a pagare i mutui che abbiamo contratto, perché l'azienda non valuta che siamo persone che lavorano, con dietro bisogni, famiglie, mogli, figli". Una vicenda che mette in luce le falle dell'ordinamento italiano quando si parla di responsabilità solidale tra committenti e ditte in appalto. Una situazione che pesa esclusivamente sulle spalle dei lavoratori.
Manital, vite strozzate
A Bologna presidio degli operatori delle pulizie del consorzio impegnato negli uffici dell'Agenzia delle entrate, da novembre senza stipendio. Con Stefano Carli, lavoratore, e Alessandro Fabbri, Filcams Cgil Bologna. A cura di Davide Colella
31 gennaio 2020 • 14:29