FIGLI di Giuseppe Bonito Nel paese dei lavoretti, della precarietà e della crescita zero, quale gesto sarebbe più eroico che fare un figlio? Farne due. Il film racconta la storia di Nicola e Sara, genitori alle prese con la quotidiana lotta per la sopravvivenza, in cui molte coppie con figli si riconosceranno, tra le risate di autoironia e qualche lacrima di commozione. La commedia, che è uscita nelle sale il 23 gennaio, è l’ultima sceneggiatura scritta da Mattia Torre, che avrebbe dovuto anche dirigere il film. Nasce da un monologo che Torre aveva affidato a Valerio Mastandrea, che ritroviamo sul grande schermo insieme a Paola Cortellesi. Con loro anche Stefano Fresi, Valerio Aprea, Paolo Calabresi. Un cast di amici, diretto da Giuseppe Bonito, per tributare una delle penne più acute, ironiche e geniali del nostro paese. Neo-genitori, chiamate la tata o i nonni e concedetevi una serata per voi. C’è da scommettere, però, che all’uscita dal cinema accenderete di fretta il cellulare per scorrere le foto dei vostri Figli. IL DIRITTO DI OPPORSI di Destin Daniel Cretton Bryan Stevenson è un giovane afroamericano laureato in legge ad Harvard. Potrebbe far carriera nel Nord degli Stati Uniti, ma sceglie di lavorare per difendere i condannati a morte in Alabama, molti dei quali non hanno beneficiato di un regolare processo: quasi tutti sono neri come lui. Fra questi c'è Walter McMillian, nel braccio della morte per l'omicidio di una diciottenne bianca. Il diritto di opporsi racconta la storia vera della battaglia legale condotta da Stevenson - oggi attivista per la giustizia sociale e fondatore della Equal Justice Initiative- contro le disparità ingiustificabili derivanti dal colore della pelle. Il lungometraggio, che sarà nelle sale dal 30 gennaio, si basa sulla vera storia raccontata da Stevenson nel libro "Just Mercy" e affronta un tema reso noto dal best seller di Nelle Harper Lee “Il buio oltre la siepe”, dal quale Robert Mulling aveva tratto nel 1962 l’omonimo film. Il tema dei diritti degli afro-americani è stato ampiamente trattato dal cinema hollywoodiano negli ultimi anni. Tra i film del genere, anch’esso tratto da un libro, “Se la strada potesse parlare” di Berry Jenkins, dall’omonima opera di James Baldwin, uscito nel 2018 e vincitore di un premio oscar. Per celebrare la Giornata della Memoria, segnaliamo un film e un documentario che raccontano il nazismo e la Shoah da una prospettiva insolita e interessante. JOJO RABBIT di Taika Waititi Il film di Taika Waititi, nelle sale dal 16 gennaio, è una commedia che ha per protagonista un ragazzino, giovane seguace di Hitler. Jojo, dieci anni, papà al fronte e mamma a casa a lottare contro il regime, è talmente affascinato dalla figura del führer da avere un amico immaginario che si chiama Adolf e che somiglia in tutto e per tutto al suo omonimo più famoso. Giovane promessa della gioventù hitleriana, Jojo ne segue i dettami e ne abbraccia la mentalità. Un giorno, però, scopre che sua madre nasconde qualcosa in casa. Anzi, qualcuno: una ragazzina ebrea amante del disegno e delle poesie di Rilke, con un fidanzato partigiano. Jojo dovrà dunque, suo malgrado, convivere con Elsa. Ma forse anche mettere in discussione i sui punti fermi e confrontarsi con la kantiana questione della verità: se qualcuno potesse scampare alla morte grazie a una tua bugia, saresti pronto a mentire? LA CASA DEI BAMBINI di Francesca Muci Esce il 5 febbraio il documentario di Francesca Muci, distribuito da Cinecittà Luce. E’ la storia di 800 bambini, orfani a causa dei campi di sterminio, che dal 1945 al 1948 ricominciarono una nuova vita in un piccolo comune lombardo. La brigata di genieri ebraici dell'esercito britannico, la Solel Boneh, riuscì a portare in salvo centinaia di bambini scampati al terrore dei campi di concentramento, per i quali il piccolo comune lombardo di Selvino divenne casa. Orfani delle rispettive famiglie d'origine, perse proprio in quella tragedia, i "bambini di Selvino" riuscirono lentamente a riprendere una vita normale. Tra il 1946 ed il 1949, la maggior parte dei "bambini di Selvino" fu imbarcata sulla Motonave Rondine Enzo Sereni. Quasi tutti furono accolti in Eretz Israel, nei kibbutz Tze'elim e Hanita. Tutt'ora vivono lì insieme come una grande famiglia. SORRY WE MISSED YOU di Ken Loach Ancora per qualche giorno in sala lo struggente film di Ken Loach “Sorry we missed you”. Dal doppio senso del titolo del film fino alle sue scene più dure sulla miseria della quotidianità, il regista inglese si conferma l’osservatore più acuto e profondo del mondo del lavoro. Scorrendo la sua filmografia, scritta quasi in toto con Paul Laverty, si possono ripercorrere gli ultimi quarant’anni della nostra storia. Se già con “Io, Daniel Blake” la lotta collettiva dei lavoratori cedeva il passo alla battaglia solitaria dell’individuo, in “Sorry we missed you” il lavoratore è completamente messo all’angolo. La realtà dei drivers, che eleva all’ennesima potenza il concetto di precariato, è descritta con un realismo crudele e a tratti disperato. Da far passare la voglia di comprare online.
Lavoro, figli, precarietà, memoria. I film in uscita da non perdere
Nelle sale il film postumo scritto da Mattia Torre. Poi un docu-film e un lungometraggio sulla memoria. E una storia (vera) di ingiustizia a sfondo razziale. A cura di Antonia Fama
27 gennaio 2020 • 10:42