Esistono altre TAV. Se l'opera delle opere per collegare Torino a Lione viene utilizzata dall'esecutivo soprattutto a scopo di propaganda elettorale, esistono altri 30 cantieri con miliardi di fondi pubblici già stanziati che non attendono altro che il riavvio dei lavori. Si tratta di uno dei temi principali della piattaforma unitaria di Cgil, Cisl e Uil, dell’incontro con i sindacati convocato dal Mise il prossimo 13 marzo, ma sarà soprattutto il piatto forte della protesta degli edili prevista a Roma per il venerdì successivo. Parliamo della costruzione di infrastrutture come strade, ferrovie, scuole e ospedali oltre a interventi di bonifica e di manutenzione del territorio per mettere in circolo 36 miliardi di euro e dare una scossa a un'economia sempre più asfittica. Secondo Confindustria, lo sblocco dei lavori genererebbe 380 mila posti e 86 miliardi di pil. Mentre al contrario l'Italia rischia di perdere una cospicua fetta di finanziamenti europei, precipitando di fatto nel baratro di una nuova recessione. Ma dal novero degli interventi mancano sempre le opere di ricostruzione mancanti per i terremoti che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi dieci anni.
Il cantiere delle emergenze
Da dove riprendere la via per lo sviluppo. Con Domenico Di Martino, Cgil; Franco Tavella, Filt Basilicata; Franco Fiordellisi, Cdl Avellino; Massimo Pozzi, Cgil Piemonte; Piero Ceraulo, Federico Pezzoli e Graziano Gorla, Fillea. A cura di Davide Colella
7 marzo 2019 • 12:58