“Ci sono i termometri e i termostati: i termometri misurano la temperatura, i termostati la cambiano. Noi stiamo facendo i termostati”. Poche parole suggerite dal tipico pragmatismo schietto e semplice degli emiliani e il messaggio di Fiorenzo Molinari, segretario generale della Filcams Cgil di Piacenza, arriva forte e chiaro. Quella compiuta da sindacati e lavoratori nella realtà Amazon al polo logistico di Castel San Giovanni è una rivoluzione copernicana, dopo anni di lotte e una lenta ma costante affermazione del ruolo delle organizzazioni di rappresentanza tra il giovanissimo e in partenza scettico personale dell’azienda. Fino ad arrivare all’accordo firmato ieri a pranzo. “Storico è la parola giusta”, dichiara con soddisfazione Molinari. NERO SU BIANCO. Il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, poche ore prima l’ha definito un risultato straordinario. “Nei tre anni di attività in quest’azienda, nonostante avessimo già portato a casa degli obiettivi importanti, Amazon non aveva mai voluto scrivere niente. Questa volta, per la prima volta – sottolinea Molinari – il gruppo ha riconosciuto il ruolo delle sigle sindacali, e quindi dei lavoratori, e siamo riusciti a fissare una delle materie fondamentali, l’organizzazione del lavoro, soprattutto in un ambito, come quello della logistica, in cui si lavora a ciclo continuo, 7 giorni su 7, 24 ore su 24”. EQUA RIPARTIZIONE. Parte da lontano il suo racconto, dalle lunghe giornate passate ad ascoltare attentamente il racconto dei lavoratori. “Uguaglianza e solidarietà ci hanno chiesto. Molti addetti per più di un anno sono stati obbligati a fare il turno di notte. Molti altri quello di pomeriggio. Insomma, la ripartizione dei disagi tipici di un lavoro a ciclo continuo non era ispirata a un principio di equità. Nell’accordo siamo riusciti proprio a stabilire che tutti i reparti coprano lo stesso numero di pomeriggi e di mattine. Non ci saranno più lavoratori obbligati a fare sempre lo stesso turno, anzi. Siamo riusciti a definire la volontarietà del lavoro notturno, aumentando la retribuzione dal 15 al 25 per cento. E il criterio dell’equa ripartizione è stato esteso anche alla divisione dei turni di sabato e domenica: su 8 settimane, 4 week end saranno liberi e si lavorerà solo 2 domeniche e 3 sabati”. LA PRIMA TAPPA. Un grande obiettivo approvato dal “78 per cento dei dipendenti che hanno partecipato al referendum sull’accordo. Stare insieme, mettersi insieme, ascoltare i lavoratori ci ha permesso di far comprendere loro l’importanza del nostro ruolo, di vincere lo scetticismo iniziale”. Ma se chiedi al segretario come definirebbe questa intesa, se un punto di partenza o un punto di arrivo, ancora una volta riesce a spiazzarti. “È stata una tappa. Magari, pensando al Giro d’Italia, uno di quei tapponi di montagna in cui devi sudarti ogni metro di salita fino al traguardo. Ce l’abbiamo fatta grazie agli sforzi dei lavoratori, ai due coraggiosi scioperi, all’unione tra i sindacati, all’impegno delle istituzioni locali e del governo. Ma alla fine Amazon ha capito che, ascoltando i propri dipendenti, e non solo i propri clienti, avrebbe potuto raggiungere un risultato importante proficuo anche per loro. Ma attenzione, resta solo una tappa. Ce ne sono tante altre nella piattaforma di richieste votata dai lavoratori su temi quali salute e sicurezza, salario di produttività e altri aspetti”. Come a dire, una volta indossata la maglia rosa bisogna continuare a lottare per tenersela stretta. Giorgio Sbordoni
Amazon, accordo storico
Vertenze in primo piano. Con Salvatore Barone, settori produttivi Cgil; Paolo Carli, rsu Fiom Piombino; Massimiliano Guglielmi, Fiom Campania; Bruno Usai, Fiom Sulcis Iglesiente; Fiorenzo Molinari, Filcams Piacenza. A cura di Giorgio Sbordoni
23 maggio 2018 • 13:00