“Ho avuto la fortuna, il privilegio, di conoscere questa persona eccezionale, sotto il profilo della tenacia, della forza di lavoro, per noi è stato sempre un punto di riferimento, un porto sicuro dove avere risposte sicure”. Così Pietro Grasso, presidente di Scintille di Futuro, ricorda il collega e amico Paolo Borsellino nel giorno dell’anniversario della strage di via d’Amelio.

"Dopo la strage in cui perse la vita il nostro amico Giovanni Falcone la sua vita cambiò – continua Grasso - ma ebbe la consapevolezza di andare incontro al suo destino. Ricordo perfettamente quando mi venne a trovare, una settimana prima della strage, e mi disse: sai ho saputo che è arrivato l’esplosivo anche per me e alcuni amici mi dicono di abbandonare tutto, di lasciare Palermo ma come posso io abbandonare i cittadini che hanno fiducia in noi”.

In quel momento, ricorda il presidente di Scintille di Futuro, “ho avuto la consapevolezza che lui andava incontro alla morte come un eroe greco che conosceva il fato ma non si poteva sottrarre per il grande spirito di sacrifico e il grande amore che aveva per la sua Sicilia”. 

Da quel 19 luglio 1992 in cui persero la vita anche Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina – agenti della scorta – Paolo Borsellino è diventato “un simbolo che mi aiuta a superare le difficoltà e a raggiungere gli obiettivi in cui credo”, conclude Pietro Grasso.