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“Da maggio a luglio ho viaggiato in treno gratis”. Poi la sorpresa, amara. “Ad agosto ho tentato di fare la richiesta con lo spid, ma i fondi sono andati esauriti in due minuti di orologio”. Due minuti dopo? “Sì due minuti dopo, letteralmente”. Ma il peggio doveva ancora avvenire. Nel mese di agosto c’erano ancora dei residui e qualcosa è stato ancora pagato, poi a settembre nessun’altra erogazione: “hanno pagato tutto regolarmente fino a luglio poi stop”. Quindi il bonus è durato due mesi, poi lo stop per mancanza di fondi. Chi si era fatto due conti e aveva calcolato di riuscire a risparmiare almeno sul trasporto per recarsi, per motivi di lavoro, dai comuni della Bassa Valle ad Aosta, ad esempio, ha dovuto cambiare programmi. Senza contare che il bonus trasporto è svanito a ridosso della riapertura delle scuole, quindi sono stati tagliati fuori tutti gli studenti pendolari che in Valle d’Aosta sono tanti. Il periodo è quello che è e la crisi economica non smette di sfiancare lavoratrici e lavoratori, pensionati, studenti, ma in generale tutti i cittadini che anche per andare a lavorare devono mettere mano al portafoglio. Il “bonus trasporti” poteva essere una boccata d’ossigeno (logicamente non la soluzione a tutti i problemi, ma un sollievo sì) e invece…
Il bonus trasporti cos’era e come si poteva richiedere
Il bonus trasporti si può richiedere per se stessi o per un beneficiario minorenne a carico. Il richiedente accede con spid o Carta d’Identità Elettronica (CIE) e indica il codice fiscale del beneficiario, ad esempio il genitore può richiedere il bonus per il figlio minorenne. Non serve l’Isee né bisogna dichiarare il reddito, basta autocertificare di essere al di sotto della soglia dei 20mila euro nel 2022, spuntando una casella. Come funziona la piattaforma? Per ogni accesso alla piattaforma è possibile presentare una sola domanda, per sé o per un figlio minore a carico. Per richiedere ulteriori buoni è necessario accedere di nuovo, indicando i codici fiscali dei diversi beneficiari. Eventuali figli maggiorenni, anche se a carico dei genitori, devono presentare domanda autonomamente. Al momento della richiesta, inoltre, è necessario indicare il gestore del servizio di trasporto prescelto. La finestra per accedere a questo incentivo dedicato a studenti, lavoratori, pensionati e cittadini comuni si era aperta lo scorso 17 aprile. A disposizione c’era un totale di quasi 100 milioni di euro, messi sul piatto dal governo Meloni. Svaniti in pochi minuti.
Ma è di pochi giorni fa la notizia che il bonus trasporti 2023 sarà rifinanziato con ulteriori 35 milioni di euro, a partire dalle ore 8 di mercoledì 1º novembre. “Sarà vero?”, si chiedono molti utenti che si rivolgono alle sedi della Cgil Valle d’Aosta . Vedremo… Ma non è solo il bonus trasporti nel centro del mirino. Anche intorno al “bonus spesa” aleggia lo spettro della confusione. “Abbiamo raccolto molte testimonianze di cittadini che non sapevano come comportarsi e che cosa dovevano fare – raccontano ai servizi della Cgil regionale –. Da quello che si sa ai Comuni venivano destinati i fondi per le famiglie che avevano un Isee non superiore ai 15 mila euro. Poi partivano le lettere direttamente dal Comune alle famiglie che andavano a riscuotere il bonus di 350 euro presso l’ufficio postale”. Così non è stato, o meglio non si ha contezza di cosa sia realmente accaduto e di che cosa succeda. È un rimbalzo continuo tra enti dal Governo e l’Inps di fronte alle domande di chiarimento dei Comuni. “Le famiglie escluse sono tante, almeno questo è ciò che emerge da quello che gli utenti ci riferiscono. Senza contare l’esclusione tout court dei nuclei con un solo genitore. Stando alle indicazioni del Governo la Carta è dunque riservata ai nuclei con almeno tre persone. In questo caso sarebbero tagliati fuori i genitori single con un figlio (ad esempio anche vedovi o vedove con un figlio). La card 'Dedicata a te’ per le spese dei beni alimentari di prima necessità è destinata alle famiglie con almeno 3 componenti. Se sei single non puoi essere povero e se non hai figli la colpa è tua. Quindi, niente aiuto. La sintesi del governo Meloni, che con le misure a sostegno della povertà divide i poveri in categorie”.
Che fine ha fatto il bonus spesa?
Negli ultimi 15 giorni , per quello che concerne la Valle d’Aosta e la Cgil regionale, decine di cittadini si sono presentati in sede per esprimere il proprio disagio e denunciare la totale mancanza di informazioni sul destino dei bonus. nessuno sa neanche se ne ha diritto o meno. Sul bonus benzina, per esempio, tanti pensano che venga dato a tutti e che sia necessario fare richiesta. “In realtà è a discrezione dei datori di lavoro. Non ci sono altre richieste da fare, se non appunto ai datori di lavoro. I disoccupati e inoccupati invece non potranno richiederlo a nessuno. Forse “nella testa del Governo” sono troppo poveri per avere un’auto”. Ma in sintesi “quali siano e quanti siano i fondi nazionali investiti nessuno lo sa”. Senza contare la confusione generata su internet, spuntano bonus a gogo, con spiegazioni di presunti esperti che parlano di modalità per l’ottenimento di questi bonus e in molti ci cascano, rimanendo poi delusi perché non ricevono nulla. Il più delle volte tutto nasce da un’errata informazione e le persone tendono a credere a qualsiasi informazione su Internet (in questo caso spesso delle fake news). Bisogna innanzitutto pensare di raccogliere le informazioni da enti preposti (Governo, Comune, Inps, patronati…) per evitare raggiri e soprattutto è necessario prendere con le pinze le informazioni che vengono date, spesso senza fondamento, spesso da fantomatici esperti, che troppo spesso si insinuano in rete illudendo molti lavoratori e pensionati.