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Continua l’emorragia di posti di lavoro nelle big tech. Adesso è il turno di Microsoft: il 17 gennaio scorso la società di Bill Gates ha annunciato un piano di 10 mila esuberi a livello globale (il 5% del totale), che dovrebbe consentire risparmi per 1,2 miliardi all'anno. In Italia, secondo quanto annunciato, i licenziamenti sono 59 (su 1.080 dipendenti).
A motivare quest’ondata di esuberi è il “rimbalzo” dovuto alla fine della pandemia: dal 2019 la multinazionale statunitense ha assunto oltre 70 mila persone, un organico che ora, con il rialzo dei tassi d’interesse, l’incertezza economica globale e il calo del volume d’affari, intende far dimagrire.
“Abbiamo visto i clienti accelerare la loro spesa digitale durante la pandemia, ora li vediamo ottimizzare la loro spesa digitale per fare di più con meno”, ha spiegato l’amministratore delegato Satya Nadella: “Stiamo anche osservando che le organizzazioni di ogni settore e area geografica esercitano cautela poiché alcune parti del mondo sono in recessione e altre parti ne stanno prevedendo una”.
Tornando all’Italia, gli esuberi dichiarati sono 59: una quindicina sono manager della multinazionale, i restanti sono addetti dell'area marketing, della struttura di vendita e dell’assistenza ai clienti. La gran parte dei licenziamenti è prevista nella sede di Milano (che annovera 740 lavoratori), i pochi rimanenti ricadranno su quella di Roma.
L’azienda ha confermato di aver già consultato i sindacati “al fine di trovare un accordo per gestire al meglio il piano di esuberi”. La trattativa vera e propria dovrebbe iniziare la prossima settimana. Obiettivo dei sindacati è ridurre il più possibile gli esuberi, proponendo un mix di soluzioni alternative ai licenziamenti.