Non si chiude bene la settimana per i melomani. Almeno non per quelli che avevano già in tasca il biglietto per la recita della Turandot prevista  il 30 agosto, alle ore 19.00, al Teatro La Fenice di Venezia. L’opera incompiuta di Puccini non andrà in scena, per via dello sciopero unitario proclamato dalle organizzazioni sindacali insieme alle rsu del teatro. In bilico anche le date di venerdì 13 settembre e mercoledì 20 novembre, concordate nel corso delle assemblee generali con i lavoratori.

Tutto dipende da come la Fondazione che gestisce il teatro reagirà nelle prossime ore. Al momento – denunciano i sindacati – il dialogo sembra essersi fermato a un binario morto. La decisione dello sciopero è stata infatti presa, come spiega il comunicato di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials (Usb, che aderisce, ha scritto una nota stampa a parte) a causa della “cronica incapacità della direzione di mantenere corrette relazioni sindacali con le rsu e le organizzazioni sindacali, rendendosi spesso protagonista di atteggiamenti lesivi nei confronti dei lavoratori”.

Oltre alle relazioni aziendali, si parla anche del mancato raggiungimento della pianta organica prevista dagli accordi presi con il Ministero e di alcune norme contrattuali disattese dalla direzione. O meglio, “interpretate a propria discrezione e a danno dei lavoratori, causando disagi e compromettendo la qualità del lavoro”.

Le rappresentanze sindacali denunciano di aver tentato, nel corso dell’ultima riunione, di arrivare a un punto comune per risolvere alcune urgenti questioni, “trovando però nella controparte un atteggiamento totalmente contrario e oppositivo”. La direzione ha infatti etichettato le richieste dei lavoratori come irricevibili. 

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